ROMA.È finito con un pareggio, come temeva la Lega, il voto della Bicamerale sul federalismo municipale. Quindici sì contro quindici no (compreso quello del senatore di Fli Mario Baldassarri).
Per ovviare a questo stop, in serata il Consiglio dei ministri ha approvato un nuovo decreto legislativo sul fisco comunale nella versione su cui la commissione Bilancio del Senato ha espresso parere favorevole, cioè con tutte le modifiche frutto dell’intesa con l’Anci (Associazione dei Comuni). Il decreto per entrare in vigore deve però essere firmato dal presidente della Repubblica e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
PD: “SCANDALOSO”.”È un atto politico scandaloso, non si è mai visto un Consiglio dei ministri convocato d’urgenza per esprimersi contro una scelta del Parlamento”, ha commentato Pierluigi Castagnetti, capogruppo del Pd alla Camera. Aggiunge la vice presidente della Camera, Rosy Bindi: “Il governo approva un provvedimento viziato nella procedura, dato che non ha tenuto conto dei pareri del Parlamento. La Corte costituzionale può ritenerlo incostituzionale”. “Il governo Berlusconi-Bossi finisce per approvare con un colpo di mano il federalismo delle tasse”, ha aggiunto Bersani, secondo il quale si tratta di “un inaudito schiaffo al Parlamento, una lesione senza precedenti delle prerogative delle commissioni parlamentari fissate per legge, un vero atto di arroganza”.
IDV: “EVERSIVO”.”È un vero e proprio esproprio eversivo contro il parere del Parlamento. A questo punto Lega e Pdl dicano se vogliono chiudere le Camere. Non è mai accaduto che un governo non tenesse conto della bocciatura di un provvedimento in Parlamento”, afferma in una nota il portavoce dell’Italia dei valori, Leoluca Orlando.
UDC: “VOLGARE E VIOLENTO”.Per l’Udc l’atto del governo è “volgare e violento, adottato nella più assoluta illegalità costituzionale, che apre un ulteriore conflitto istituzionale, questa volta tra governo e Parlamento. A questo punto la Commissione bicamerale è inutile e il suo presidente La Loggia dovrebbe dimettersi”.
INCONTRO BOSSI-FINI.Il Carroccio aveva trattato fino alla fine pur di scongiurare il pericolo pareggio. Prima della seduta si era tenuta una riunione dello stato maggiore della Lega a margine dei lavori con Bossi, il ministro Roberto Calderoli, il capogruppo Marco Reguzzoni e i componenti della commissione. Di buon mattino, lontano da sguardi indiscreti, il Senatùr aveva anche incontrato a Montecitorio il presidente della Camera Gianfranco Fini. Nella notte a Palazzo Grazioli i vertici della Lega avevano incontrato il premier, per fare il punto della situazione, dopo le ultime due estenuanti giornate di trattative condotte dal ministro Roberto Calderoli.
LEGA RASSICURATA. Di fronte all’ipotesi di un pareggio Bossi era stato chiaro: se non ci sarà “una maggioranza politica il rischio delle elezioni è concreto”. Ma dopo un vertice pomeridiano con Berlusconi e ancora di più dopo il voto in serata sul caso Ruby, il leader leghista si è sentito rassicurato: il patto con la Lega è saldo, il governo ha la maggioranza e va avanti.