MILANO. Una sola parola: “Dimettiti”. L’appello lanciato dall’associazione “Libertà e Giustizia” lascia la Rete, dove ha già raccolto decine di migliaia di firme, e diventa un raduno.
Al Palasharp di Milano si sono dati appuntamento intellettuali e società civile per chiedere le dimissioni di Silvio Berlusconi dopo l’esplosione del caso Ruby che vede il presidente del Consiglio indagato per prostituzione minorile e concussione. “Liberiamoci dalle macerie e cominciamo a ricostruire: come allalba della Repubblica”, si legge sul sito della mobilitazione che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Umberto Eco e Roberto Saviano. Insieme a loro a guidare la protesta anti Premier anche Paul Ginsborg e Gustavo Zagrebelsky che ha parlato di un raduno senza bandiere, “se non quella della dignità”.
SAVIANO: “CHI CRITICA GOVERNO SUBISCE MACCHINA DEL FANGO”. “Oggi chiunque si espone pubblicamente, criticando il governo, sa che pagherà un prezzo in termini di fango, di diffamazione, di delegittimazione”. E’ questo un altro passaggio dell’intervento di Saviano durante la manifestazione. Secondo l’autore di Gomorra, il meccanismo della delegittimazione della macchina del fango è semplice: “Appena ti esponi chiunque tu sia, un consigliere comunale, un bravo medico, un artigiano, un filosofo, comincia la maldicenza: ‘ah… ecco perché lo sta facendo, ma sai quello chi frequenta? sono tutti uguali’. L’obiettivo della macchina del fango non è solo delegittimare, ma dirci e ripeterci tutti i giorni: sono tutti uguali, nel paese dove tutti siamo immondi, vince chi è più furbo”. Poi lancia un j’accuse alle opposizioni. “Ho il grande sogno di un altro paese, quello che ci manca è un progetto nuovo”, occorre fare in modo di creare le “possibilità per cercare l’unità contro l’aberrazione del frammento” per fare in modo che, “quando scricchiola il governo, si possa sentire l’odore dell’occasione”. “Forse è il caso di smettere di sentirci una minoranza perbene in un paese di criminali: è il contrario, il paese è perbene con una minoranza di criminali”, ha sostenuto.
“QUALCUNO RACCOLGA IL NOSTRO MALESSERE”.La grande adunata anti-berlusconiana ha richiamato così tante persone che molti non sono neppure riusciti ad entrare. In diverse centinaia sono rimasti all’esterno, incollati ai maxischermi. “Ci rivolgiamo a maggioranza e opposizione – ha esordito aprendo il pomeriggio di dibattito Gustavo Zagrebelsky, presidente dell’associazione Libertà e Giustizia – affinché raccolgano il malessere che sale sempre più forte da un paese in cui il disgusto cresce nei confronti di chi e di come governa”. Ma non è una prouderie: “Se si trattasse soltanto della forza compulsiva e irresistibile del richiamo sessuale nell’etá del tramonto della vita non avremmo nulla da dire. Qui invece c’è una questione politica – ha aggiunto Zagrebelsky – perché le notti di Arcore sono il simbolo di una realtà che ci riguarda tutti e che ci preoccupa. La richiesta di dimissioni del presidente del Consiglio non è un accanimento contro una persona. Sappiamo bene che il potere che egli rappresenta ha nella nostra società radici lontane e profonde ma sappiamo anche che, per ora, quel sistema di potere – ha concluso – è incarnato in modo eminente proprio da lui”.
ECO E LA DIGNITA’ DEGLI ITALIANI.“Credevamo che il nostro presidente avesse in comune con Mubarak solo una nipote, invece ha anche il vizietto di non voler dare le dimissioni”. Con questa battuta Umberto Eco ha aperto il suo intervento al Palasharp. “Siamo venuti qui a difendere l’onore dell’Italia – ha detto lo scrittore – per ricordare al mondo che non tutti gli italiani farebbero lo stesso, che non tutti i padri dicono alle figlie ‘dai dai che ci guadagniamo qualcosa’, non saremo molti rispetto alla maggioranza del Paese, ma ci siamo”. Una rappresentanza di dignità, questo è il ruolo che il popolo del PalaSharp deve interpretare secondo il semiologo davanti al resto dell’Italia: “Sotto il fascismo tutti i professori universitari furono obbligati a prestare giuramento tranne 11. Questi pochi non lo fecero, persero il posto ma salvarono l’onore dell’università”. E per Eco chiedere le dimissioni oggi di Berlusconi significa salvaguardare il proprio onore: “Pochi mesi fa all’estero mi rivolgevano sorrisi di solidarietà, ora invece – ha raccontato – ci guardano male e chiedono ‘ma perchè voi non dite nulla?’ Perchè fa più rumore un reggiseno che cade di un articolo di fondo”.
CICCHITTO: “FASCISMO DI SINISTRA”. La prima voce a levarsi contro il meeting milanese è quella del capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, per il quale si è trattato “dell’ultima esercitazione del fascismo di sinistra”.
ULTIMA FERMATA “hARdCORE”. Il fine settimana di mobilitazioni prosegue domenica 6 con “Ultima fermata hARdCORE”. E questo il nome della manifestazione indetta dal “Popolo Viola” ad Arcore in collaborazione con la “Rete Viola Gruppi Locali” per dare sfogo alle voci di protesta dei Cittadini Italiani che lamentano ormai da anni lemergenza democratica che il Paese sta affrontando a causa delle vicende giudiziarie e personali del presidente del Consiglio Berlusconi.