ROMA.“Dobbiamo essere preparati a migrazioni bibliche”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, intervistato a Mattino 5.
Le notizie dell’arrivo di possibili flussi di profughi “sono verosimili – ha confermato il ministro spiegando che – già in condizioni normali la Libia è stata il punto di partenza di molti barconi che poi sono arrivati in Italia. Questo flusso – ha ricordato La Russa – si era sostanzialmente interrotto grazie all’accordo con la Libia. In una situazione del genere – tuttavia – oltre al flusso normale potrebbe esserci un flusso straordinario di stranieri cioè di cittadini non libici che vivono e lavorano in Libia”. Si tratta circa di due milioni e mezzo di persone, “una percentuale delle quali – ha concluso il ministro – potrebbe cercare di raggiungere l’Europa”.
“Non mi faccio illusioni”. Roberto Maroni, a Bruxelles per la riunione del Consiglio Europeo affari interni, è pessimista riguardo alla disponibilità dei paesi europei verso lo smistamento degli immigrati che potrebbero arrivare dal Nord Africa. “L’Italia può “fronteggiare l’emergenza immigrati, “ma non per tanto tempo” ha detto Maroni.”Tutti dicono di essere pronti, ma bisogna passare dalle dichiarazioni alle azioni” ha spiegato il ministro. “Sono molto preoccupato per quanto accade in Libia – ha aggiunto Maroni – questa mattina Al Qaida ha detto che supporta i ribelli ed è contro Gheddafi. Noi cosa facciamo? Serve un differente approccio da parte dell’Europa”.
Maroni spera nell’appoggio europeo e sottolinea che “siamo di fronte ad una emergenza umanitaria e chiedo all’Europa di mettere in campo tutte le misure necessarie per affrontare una emergenza catastrofica. Non possiamo essere lasciati soli”. “Noi abbiamo fatto delle richieste alla Ue – ha continuato il ministro facendo riferimento al vertice di ieri a Roma con Francia, Spagna, Grecia, Cipro e Malta – Ieri c’è stata una riunione dei ministri dell’interno dei Paesi del Mediterraneo che hanno presentato un documento con una posizione comune, ed è la prima volta che questo avviene, presentando una serie di richieste: si va dalla costituzione di un fondo straordinario per le emergenze umanitarie all’accettazione del principio del ‘burden sharing’ ed altre iniziative che sono l’attuazione del principio di solidarietà. L’Europa si fonda sul principio di solidarietà”. “Il modello sociale europeo – ha continuato – si fonda sul principio di solidarietà che prevede che quando uno Stato membro è in difficoltà, gli altri Stati lo aiutino”.