Libia, telefonata Berlusconi-Obama

di Redazione

Berlusconi  -  ObamaTRIPOLI.Dopo i sanguinosi combattimenti della notte a Misurata, infatti, testimoni hanno riferito di scontri a fuoco in varie aree della capitale libica, con le forze di Gheddafi che hanno aperto il fuoco sui manifestanti. Ci sarebbero morti e feriti.

Una protesta contro il Colonnello è stata immediatamente repressa dalla polizia alla fine della preghiera del venerdì, nella moschea di piazza Algeria, a pochi passi dalla piazza Verde. Un dimostrante ha detto che ci saranno manifestazioni analoghe in tutte le moschee della città. Come detto, oco dopo la fine della preghiera circa 200 manifestanti si sono radunati davanti alla moschea di Piazza Algeria e hanno cominciato a gridare slogan islamici e contro Gheddafi. Subito i poliziotti in divisa e i miliziani in borghese che presidiavano la zona e si sono sentiti numerosi spari e c’è stato un fuggi fuggi generale.

Intanto i leader della rivolta libica starebbero inviando truppe per un’offensiva, mentre i residenti della capitale si preparano a tenere la loro prima manifestazione di massa contro il regime. “Abbiamo un piano per far cadere Tripoli – ha detto al Wall Street Journal Tareq Saad Hussein, uno dei sette colonnelli che a Bengasi hanno preso il comando della rivolta, conquistando la seconda città del Paese – non ci fermeremo fino a quando non avremo liberato tutto il Paese”. Secondo l’emittente araba Al Jazeera gli insorti libici si sarebbero di nuovo assicurati il controllo di al Zawia a ovest di Tripoli sulla costa.

“RESPINTA CONTROFFENSIVA A ZAWIA”. All’indomani di quelli furiosi di giovedì a Zawia, le milizie anti-governative libiche avrebbero preso inoltre il controllo della città costiera Misurata, situata a meno di 200 km dalla capitale, dopo aver respinto una “violenta” controffensiva. Le informazioni sulla situazione della terza città del Paese sono state a lungo confuse. Gli oppositori di Gheddafi avevano annunciato mercoledì di aver preso la città; i residenti hanno detto che mercenari e soldati lealisti hanno lanciato una controffensiva, giovedì, ma che è stata respinta.

“MISURATA CONQUISTATA”.

“I manifestanti hanno sconfitto le forze di sicurezza e preso il controllo della città”, ha raccontato Mohamed Senoussi, 41 anni, uno dei capi della rivolta, “la situazione adesso è calma dopo 4 ore di intensa battaglia avvenuta nella mattina. Gli abitanti celebrano la vittoria e cantano ‘Dio è grande’. I civili stanno adesso organizzando il traffico, ispezionando la gente per cercare armi; sono stati arrestati alcuni infiltrati che si ritiene provenissero da Tripoli”. Alcuni testimoni hanno confermato che Misurata è stata abbandonata dalle forze rimaste fedeli al leader libico ed è controllata dai rivoltosi, ma violenti combattimenti si sarebbero registrati nei pressi di una base aerea in prossimità della città, facendo numerosi morti.

MUGABE IN AIUTO DI GHEDDAFI.Dallo Zimbabwe, intanto, arriva la notizia che il dittatore Robert Mugabe avrebbe inviato dei combattenti per dare man forte al colonnello Gheddafi. Il presidente dello Zimbabwe, che da anni soffre di un cancro alla prostata, avrebbe inoltre offerto asilo nel suo paese al leader libico.

SI RIUNISCE CONSIGLIO ONU. Si riunisce venerdì sera il Consiglio di Sicurezza dell’Onu per discutere della crisi libica. Nella riunione è previsto un intervento del segretario generale, Ban Ki-moon. Nel pomeriggio si terrà anche una riunione di emergenza della Nato a Bruxelles. Intanto, dopo la telefonata del presidente degli Stati Uniti Barack Obama ai principali leader europei, tra cui anche il premier Silvio Berlusconi, si muove la comunità internazionale. Francia e Gran Bretagna hanno annunciato che chiederanno all’Onu di autorizzare delle misure contro Tripoli, tra cui sanzioni, embargo totale per quanto riguarda il commercio di armi e un’inchiesta internazionale per scoprire eventuali crimini contro l’umanità commessi dal regime libico. Una decisione sulle sanzioni europee, fa sapere la Commissione Ue, è attesa “a breve”. Bruxelles ha deciso di stanziare 3 milioni di euro per esigenze umanitarie legate alla crisi del Paese nordafricano.

“NO FLY ZONE”. E le nazioni dell’Unione europea starebbero pensando anche alla creazione di una “no fly zone” sulla Libia per impedire agli aerei dell’aviazione militare libica di mettersi in volo e quindi a Gheddafi di bombardare i manifestanti, nel caso l’Onu approvi una misura in tal senso. I ministri della Difesa europei si sono incontrati a Godollo, in Ungheria, con il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, per discutere l’evacuazione degli stranieri rimasti bloccati nel mezzo della rivolta. Rasmussen non ha escluso la partecipazione della Nato a una “no fly zone”, ma ha anche lui sottolineato la necessità di un “chiaro mandato” delle Nazioni Unite.

TELEFONATA OBAMA-BERLUSCONI.In un giro di colloqui telefonici, il presidente americano e i principali leader europei (il presidente francese Nicolas Sarkozy, il presidente del Consiglio italiano Berlusconi e il premier britannico, David Cameron) si sono detti d’accordo nel “mantenere sulla situazione in Libia consultazioni ravvicinate nei giorni a venire”. Con Berlusconi, fa sapere Palazzo Chigi, Obama ha avuto una lunga e cordiale conversazione nel corso della quale i due leader hanno scambiato informazioni e valutazioni sulla situazione che si è creata in Libia. Al termine – si legge in una nota – hanno concordato di continuare a tenersi strettamente in contatto, consultandosi e lavorando insieme, anche attraverso i rispettivi staff, per fronteggiare la crisi libica e le sue possibili conseguenze.

FRATTINI.”L’Italia condivide l’opzione della adozione di sanzioni personali e patrimoniali mirate che dovessero essere proposte a livello europeo” ha dichiarato invece il ministro degli Esteri, Franco Frattini, al termine di un incontro con l’omologo tedesco, Guido Westerwelle. Inoltre, l’Italia ritiene che “il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite debba chiedere alle autorità libiche e consentire l’immediato invio di una missione Onu di monitoraggio della situazione sul terreno, che possa altresì avviare un’inchiesta sotto l’egida delle Nazioni Uniti sulle gravi violenze in territorio libico”. Quanto all’ipotesi di un nuovo governo libico guidato da Gheddafi, il titolare della Farnesina ha spiegato che chi ha compiuto atti così orribili non può essere evidentemente in nessun modo sostenuto dalla comunità internazionale e quindi neanche dall’Italia, ovviamente”.

PARIGI, SI DIMETTE AMBASCIATIORE LIBICO.E a Parigi si è dimesso l’ambasciatore libico. La decisione, arrivata dopo l’assalto della sede diplomatica della capitale francese, è stata presa per condannare “gli atti di repressione in Libia”. Lo ha riferito un comunicato diffuso a Parigi sottolineando che anche il rappresentante libico all’Unesco ha preso le distanze dal regime di Gheddafi, schierandosi al fianco della “rivoluzione”. La stessa posizione è stata assunta da tutto il corpo diplomatico libico presente in India, secondo quanto riferisce la televisione araba Al Jazeera.

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