CARINOLA. Mio padre è stato un eroe come tutti quelli che sono caduti per portare pace ed aiuto per ricostruire. Il suo sacrificio e quello delle tante vittime in missioni di pace non deve essere però inutile.
Giusy Pezzulo, la figlia del primo maresciallo dell’Esercito, Giovanni, promosso sottotenente, ucciso tre anno orsono, il 13 febbraio 2008, ad Herat, in Afghanistan, così ricordò il padre, nel corso della funzione religiosa che si tenne nella Chiesa Madre di Casanova di Carinola, paese natale dell’ufficiale scomparso che, sulla tomba del padre giurò che avrebbe servito il Paese vestendo la divisa dell’Esercito Italiano e seguendo le orme del padre. Ed ha ora mantenuto la parola. Qualche settimana fa Giusy ha coronato il sogno di seguire lesempio paterno arruolandosi nellesercito italiano.
Il soldato Giusy Pezzulo – ha annunciato il colonnello Antonello Vespaziani del Cimic Group, unità dove prestava servizio il sottotenente Pezzulo – è entrata nellEsercito. Giusy si trova ad Ascoli Piceno dove ha sede il Reggimento di addestramento di base dei volontari di truppa dellesercito italiano femminile. Lannuncio alcuni giorni orsono ad Oderzo, a margine della presentazione della seconda edizione del premio per la pace Giovanni Pezzulo, in collaborazione con il Nato Multinational Cimic Group di stanza nella caserma Fiore. Nel 2010 il Cimic ha seguito – per conto del Prt Italiano di Herat – progetti per sei milioni di euro in 216 iniziative 167 già completate, su agricoltura, istruzione, sanità, infrastrutture e sicurezza.
Il sogno di Giusy di proseguire il suo progetto di pace e aiuto ai paesi lontani colpiti dalle tragedie belliche è diventato realtà come dimostra la divisa militare, sfoggiata con orgoglio e grazia dalla giovane. E stata lei l’indiscussa protagonista della cerimonia in ricordo del soldato caduto in Afghanistan che ha visto radunati in città decine di autorità militari e amici del compianto uomo della caserma mottense. Prima la deposizione della corona sulla tomba, poi la messa in duomo e infine la collocazione di una foto nella chiesetta di San Bernardino, che ospita le immagini di tutti i caduti opitergini.
Sono passata davanti a questa chiesa tante volte – ha commentato visibilmente commossa Maria D’Agostino, vedova di Pezzulo – ma mai avrei pensato che l’immagine di Giovanni potesse trovare posto tra i caduti. Ringrazio tutti per il pensiero. Il 13 dicembre sono entrata ad Ascoli Piceno per l’addestramento di base dei volontari di truppa dell’esercito italiano – ha detto il caporalmaggiore Pezzulo – presto saprò quale sarà la mia destinazione. A marzo, infatti, le sarà comunicata quale sarà la sua destinazione da dove inizierà la carriera che la ha segnata nel cuore e nell’anima. L’obiettivo è chiaro e rimane quello della straziante lettera di addio che Giusy lesse durante la cerimonia funebre in duomo a Oderzo. Più che una promessa, un patto di amore e onore che Giusy fece allora con la morte nel cuore e che, da allora, in ogni giorno della sua vita sta portando avanti. Sono felice – ha aggiunto – di essere entrata nell’Esercito Italiano che è sempre stato la mia famiglia, ora posso davvero proseguire il cammino tracciato da papà per portare a compimento la sua missione.