CASERTA. Nella mattinata di giovedì gli agenti della squadra mobile di Caserta diretta dal vicequestore Angelo Morabito, unitamente a personale del commissariato di polizia di Sessa Aurunca, …
… hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Procura Sammaritana, nei confronti di A.C., 42 anni, residente a Sessa Aurunca.
Luomo è responsabile di maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate e continuate, violenza privata, violazione di domicilio e violazione degli obblighi di assistenza familiare, reati commessi in danno della moglie e dei tre figli minori in un arco di tempo che va dal marzo 2008 sino al dicembre dello scorso anno. Il provvedimento restrittivo è lepilogo di una delicata indagine condotta dalla squadra mobile di Caserta e dal commissariato di polizia di Sessa Aurunca, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, che ha svelato una serie impressionante di violenze, angherie e soprusi di cui erano vittime la moglie ed i tre figli dell’uomo.
Le indagini avevano inizio nel maggio scorso, allorché la donna denunciava al Commissariato di Sessa Aurunca che il marito impediva a lei ed ai suoi tre figli di rientrare in casa, confidando poi di essere da tempo vittima di abusi e violenze da parte del consorte, rifiutandosi però di sporgere denuncia. Dopo alcuni mesi, la donna denunciava alla Polizia di essere stata colpita violentemente con calci, pugni e schiaffi dal marito e che, rientrata in casa dopo essere stata in ospedale per le cure, era stata nuovamente e violentemente aggredita al punto da subire un trauma cranico commotivo.
I poliziotti, constatata la gravità della situazione, convincevano la vittima a sporgere una formale denuncia che dava avvio ad una meticolosa indagine, coordinata dalla Procura di Santa Maria, che permetteva di accertare che la vittima subiva violenze da anni, fin dallinizio del matrimonio con il suo persecutore, avvenuto poco più di 15 anni orsono, e che le violenze ed i maltrattamenti erano rivolti anche ai figli di 15, 12 e 9 anni. Attraverso le indagini si poteva così appurare lo stato di profonda sofferenza e prostrazione in cui versavano, non solo la mamma, ma anche i minori, costretti ad assistere alle minacce di morte, alle umiliazioni ed alle percosse che lindagato riservava alla loro madre. La situazione era degenerata al punto che le vittime erano state costrette ad allontanarsi dallabitazione familiare e trovare ospitalità presso una casa messa a disposizione dei servizi sociali di Sessa. Ma le persecuzioni non si erano interrotte.
Luomo continuava a recarsi presso la dimora provvisoria della moglie e dei figli rivolgendo ingiurie e minacce, anche al fine di costringerla a ritirare le denunce. Peraltro, la donna, che lavorava presso un bar, era stata licenziata dal titolare che non voleva più tollerare la continua presenza molesta e le scenate violente dell’uomo anche presso il suo esercizio.
Intanto,