AVERSA. Si è concluso con una vittoria del Comune di Aversa il giudizio promosso al Tar Campania dalla società Tecnocostruzioni, già Zecchina Costruzione, relativo allappalto di sistemazione emissario misto Alveo Lo Spierto.
Questa vittoria giudiziaria ha detto il sindaco Ciaramella è fondamentale per il Comune di Aversa. In caso di perdita, infatti, saremmo stati condannati a pagare 4 milioni di euro più gli interessi maturati dal 1992. Questo giudizio, per il quale il Comune di Aversa è stato difeso dallavvocato Giuseppe Nerone, rappresentava una spada di Damocle. Da un momento allaltro, infatti, saremmo potuti stati essere condannati ad un risarcimento plurimilionario pur non avendo alcuna responsabilità in quanto i fatti risalgono ad una precedente amministrazione comunale, ovvero quella del 1992.
Questi i fatti. Nel 1991 il Comune di Aversa ha indetto una gara dappalto per laggiudicazione dei lavori di sistemazione dellemissario delle acque dei Comuni di Aversa, Parete, Trentola Ducenta, Lusciano e Frignano. Nel corso della procedura veniva giudicata anormalmente bassa lofferta dellassociazione temporanea dimprese condotta dalla capogruppo Zecchina Costruzioni spa e mandante ingegner Della Gatta che aveva presentato un ribasso del 14,38% sullimporto complessivo posto a base di gara, con la conseguente esclusione dalla selezione concorsuale. La Zecchina, quindi, insorgeva con ricorso presso il Tar che condivideva le censure della parte ricorrente. Tale sentenza veniva confermata in appello dallAdunanza Plenaria del Consiglio di Stato nel 2003. La Zecchina chiedeva, oltre al danno emergente corrispondente ai costi sostenuti per la partecipazione alla gara, il lucro cessante derivante dalla mancata esecuzione dellappalto, i danni non patrimoniali derivanti dal pregiudizio curriculare e al danno allimmagine per un importo di circa 4 milioni di euro più interessi maturati da diciannove anni a questa parte.
La difesa dellEnte ha detto lassessore al contenzioso Luciano Luciano ha eccepito lintervenuta prescrizione del credito azionato in giudizio. Il Tar ha accolto tale tesi mettendo la parola fine ad un giudizio che si protraeva da circa venti anni e che, in caso di condanna, avrebbe creato seri problemi, dal punto di vista economico-finanziario, allEnte Comune.