“Moscati”, chiude medicina d’urgenza e scoppia la protesta

di Antonio Arduino

 AVERSA. Chiude la medicina d’urgenza e scoppia la protesta del personale paramedico della medicina generale.

A motivarla è il carico di lavoro creato dal trasferimento dei pazienti ricoverati nel reparto ora chiuso che, stando a quanto affermano gli operatori, sarebbe avvenuto senza adeguare il personale di assistenza, già numericamente carente, e senza dotare il reparto degli strumenti necessari ad assicurare la medesima assistenza garantita dalla medicina d’urgenza.

“Sulla carta – dicono i paramedici, chiedendo l’anonimato essendo obbligati al silenzio con i media da una disposizione della direzione generale – insieme a cinque ammalati sono stati trasferiti in medicina generale cinque paramedici. Di fatto gli ammalati sono qui ma i paramedici no, perché alcuni tra loro sono affetti da malattie croniche e mancavano dalla medicina d’urgenza già quando è stato fatto il dispositivo di trasferimento. Ne segue che i rinforzi sono solo sulla carta”.

“Quanto alle strumentazioni – continuano – considerando che i pazienti ricoverati in medicina di urgenza, essendo in condizioni più critiche di quelli ospitati normalmente in medicina generale, erano monitorizzati e controllati 24 ore su 24 da una postazione centrale che qui non c’è si potrebbe affermare che trasferirli da noi li mette a rischio”.“Questo non perché non siamo in grado di fornire assistenza, ma perché – spiegano – innanzitutto disponiamo di due soli monitor di tipo portatile, posti accanto ai pazienti stessi, non sono collegati ad alcuna centralina, cosicché non è possibile controllarne a distanza le condizioni, 24 ore su 24, ma solo quando il personale di assistenza entra nella stanza di degenza. Poi perchè i pazienti, essendo di sesso diverso, sono stati distribuiti in due stanze, una delle quali occupata da altri quattro ammalati”.

“Considerando l’ampiezza degli ambienti di degenza, la presenza costante di parenti che forniscono assistenza personale a ricoverati che non sono autonomi, diventa difficile – osservano gli operatori – fornire assistenza rapida ed efficace in momenti di emergenza, possibili più che per altri negli ammalati provenienti dalla medicina d’urgenza”.

Una condizione di sovraffollamento che, come abbiamo verificato direttamente, non è limitata alla sala di degenza che ospita i tre ricoverati maschi (le due femmine sono in una sala aperta appositamente ndr), provenienti dalla medicina d’urgenza ma è presente in ogni stanza della medicina dove accanto ai letti ufficiali sono presenti letti aggiunti e ammalati in barella. Una condizione segnalata da mesi, per non dire da anni, dallo stesso personale, anche medico, che l’ha persino denunciata ufficialmente al Prefetto di Caserta prendendo le distanze da eventuali eventi nefasti che ne potrebbero conseguire.

Da qui la protesta degli operatori che sembra destinata a crescere anche se la direzione sanitaria, in una nota dell’ 11 marzo, ha dato annuncio del prossimo avvio dei lavori di ristrutturazione degli ambienti dismessi dalla medicina di urgenza per destinarli alla medicina generale che potrebbe, così, lasciare il quarto piano del nosocomio per trasferirsi al piano terra.

“Un reparto nuovo, realizzato secondo le norme va bene, ma – concludono gli operatori – senza adeguare il personale paramedico se la medicina generale e la medicina d’urgenza formeranno una sola unità operativa, così come si legge nel provvedimento della direzione, cambiare di piano al reparto non risolverà i problemi di assistenza che abbiamo”.

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