AVERSA. La maggioranza boccia la mozione presentata dal gruppo di Futuro e Libertà per lItalia sul riequilibrio e la regolamentazione delle aree destinate dal Prg ai servizi di quartiere le cosiddette zone G.
I finiani non accettano il no e contrattaccano. Presentando una mozione sul tema speravamo dice Rosario Capasso, capogruppo del Fli di dare il via ad un confronto che facesse chiarezza in una materia complicata come quella relativa alle zone G che sono aree destinate dal Prg ad essere utilizzate per servizi di quartiere ad uso pubblico. Zone in cui dovrebbero sorgere ricorda scuole, edifici religiosi, parcheggi, strutture per la socializzazione e aree verdi applicando criteri precisi, indicati nella relazione integrativa allegata al Prg firmata dal professor Vittorini e quella successiva dellavvocato DAngelo, due specialisti chiamati e pagati dallAmministrazione comunale, per indicare come realizzare correttamente il Prg. Indicazioni continua il finiano che avrebbero impedito il verificarsi di usi impropri, disordinati e improvvisati, resi possibili mediante convenzioni non previste dalle norme o grazie alla simpatia dei funzionari e degli amministratori di turno nei confronti dei richiedenti. Invece conclude Capasso la maggioranza ha detto no, senza neppure tentare di chiarire il perché.
Una scelta che il gruppo del Fli contesterà pubblicamente con un manifesto che verrà affisso in città nelle prossime ore. I consiglieri comunali di Futuro e Libertà, Rosario Capasso, Francesca Marrandino (nella foto) e Gianmario Mariniello, hanno presentato e discusso una mozione in consiglio comunale sul censimento, riequilibrio e regolamentazione delle aree destinate dal Prg ai servizi di quartiere delle cosiddette aree G si legge nel manifesto. Il Consiglio Comunale non approva. Chiudendosi dietro la logica dei numeri il Civico Consesso ricorda il manifesto ha bocciato la mozione. Lo spunto della mozione è stato disatteso con argomentazioni fuori tema e dissertazioni strumentali. Hanno preferito scrivono i finiani mettere da parte gli interessi della collettività con la logica del non decidere, rimandando sempre al domani quello che invece si poteva fare oggi. Abbiamo dato ai rappresentanti attivi della collettività la possibilità di stabilire principi di ordine generale, applicabili a tutti. Ci hanno detto no, conclude il manifesto, rimandando alla maggioranza la responsabilità di eventuali abusi delle aree destinate alluso pubblico.