Amente: “Confiscare i beni è fondamentale nella lotta alla camorra”

di Redazione

Mafalda Amente CASERTA. “Il filo conduttore che caratterizza e congiunge gli interventi normativi sui beni confiscati non è tanto il recupero del bene in sé quanto piuttosto la valorizzazione del prodotto e delle utilità che derivano dall’utilizzo del bene confiscato”.

Così il consigliere regionale del Pdl Mafalda Amente nel corso del convegno “Il tricolore contro tutte le mafie” tenutosi venerdì 25 marzo a Sessa Aurunca.

“Il riutilizzo per fini sociali dei beni confiscati rappresenta un’occasione concreta di sviluppo e di crescita per il territorio, perché con esso si riconsolida il rapporto di fiducia dei cittadini e tra questi e le Istituzioni, accrescendo la quantità di capitale sociale e le possibilità di produzione di ricchezza – ha proseguito la vicepresidente della commissione Eco mafie – Beni confiscati – Rappresenta perciò un’occasione di riscatto di un intero territorio, che con ostentato orgoglio mio personale è riconosciuto come tra i più laboriosi d’Italia. Quei patrimoni, un tempo simbolo del potere dei camorristi sui territori da loro dominati, stanno diventando risorse per la costruzione di capitale sociale e di senso civile. Infatti, sequestrare i beni, significa non solo colpire le famiglie criminali nei loro possedimenti, metterne in discussione il vero potere. Ma significa anche tagliare le fonti di guadagno con le quali si paga la manovalanza, frenare le attività di corruzione, fermare quegli investimenti che consentono alle imprese riconducibili alle mafie di penetrare, inquinandolo, nel tessuto connettivo e produttivo del nostro paese”.

“La missione dell’istituzione che rappresento consiste e consisterà – ha concluso Amente – nel sostenimento dell’intero territorio nell’impegno faticoso di un cambiamento possibile che utilizzando e valorizzando le capacità, i talenti e le sensibilità in loco e collegandoli stabilmente con le forze sane a tutti i livelli locali e nazionali, sia politiche che sociali, può generare il riscatto culturale, sociale ed economico di un territorio che non vuole essere identificato come la terra di camorra ma come terra di lavoro e legalità”.

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