Costringeva connazionale a prostituirsi: nigeriana arrestata nel casertano

di Redazione

Mabel JohnsonCASERTA. Nella mattinata di venerdì gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Caserta ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, …

… su richiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di Mabel Johnson, 35enne nigeriana, residente a Castel Volturno, per aver organizzato l’ingresso in Italia di una connazionale al fine di indurla alla prostituzione, nonché per i delitti di estorsione continuata, induzione e sfruttamento della prostituzione aggravati dal ricorso alla violenza ed alla minaccia. La vittima, anch’ella cittadina nigeriana, appena ventenne, aveva denunciato alla squadra mobile di Caserta che, nel 2008, dopo la morte dei genitori, era stata convinta da una sua connazionale a recarsi in Italia dove la Johnson le avrebbe procurato un lavoro, finanziandole anche il viaggio.

La ventenne, dopo avere attraversato il Niger e la Libia, dove permaneva sei mesi e dove subiva ripetute violenze sessuali, a seguito delle quali rimaneva incinta, veniva imbarcata assieme ad altri immigrati su un barcone che raggiungeva Lampedusa e, a seguito di un periodo di permanenza in un centro di accoglienza, veniva trasferita in provincia di Gorizia, dove richiedeva ed otteneva l’asilo politico. In seguito, la ragazza veniva raggiunta a Gorizia dalla Johnson, che la portava a Castel Volturno dove la costringeva a prostituirsi, nonostante l’avanzato stato di gravidanza della vittima, per poterle restituire il denaro investito per il suo viaggio in Italia, quantificato nella somma di 35mila euro. La ragazza veniva costretta alla prostituzione mediante minacce, consistite nel ricordarle il pericolo di morte cui era esposta in caso di disobbedienza, in conseguenza del rito voodoo al quale era stata sottoposta in patria prima della partenza. Dopo la nascita della figlia, nel dicembre 2008, la ventenne era stata costretta dopo poche settimane a prostituirsi nuovamente fino alla sua fuga nel maggio del 2009.

La vittima, dopo essere stata in Veneto e rintracciata dalla sua sfruttatrice che tentava nuovamente di costringerla a prostituirsi, trovava accoglienza nel centro “Casa Rut” di Caserta, attraverso i cui responsabili richiedeva un permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale e, incoraggiata dagli stessi, denunciava la sua vicenda alla squadra mobile.

Le indagini successive, corroborate anche dalle dichiarazioni di alcuni testimoni conosciuti dalla vittima durante la sua permanenza a Castel Volturno, permettevano la compiuta identificazione dell’indagata e l’acquisizione a suo carico di gravi indizi di colpevolezza che portavano alla richiesta ed alla emissione del provvedimento restrittivo.

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