NAPOLI. Potrebbe essere a Napoli il quartier generale della coalizione impegnata a far rispettare la risoluzione dell’Onu sulla Libia.
È l’ipotesi avanzata dal ministro della Difesa Ignazio La Russa nel corso dell’informativa del governo alle Commissione esteri e difesa di Camera e Senato. Prima c’è stato il Consiglio dei ministri straordinario dedicato alla Libia alla luce della risoluzione Onu sulla no fly zone. L’Italia metterà a disposizioni basi militari e mezzi e potrebbe partecipare a raid aerei.
“Il presidente Berlusconi ha riferito al Consiglio che ogni decisione viene adottata in accordo con il presidente della Repubblica e che il Parlamento sarà costantemente informato ai fini delle decisioni che intenderà adottare”, si legge in una nota.
Le commissioni riunite Esteri e Difesa del Senato hanno votato all’unanimità la risoluzione che dà mandato al governo ad agire in base alla risoluzione dell’Onu sulla Libia. “È opportuno – dice infatti il ministro – che venga fissato un luogo” dove “l’organismo di coordinamento di questa attività umanitaria” possa prendere le decisioni. Un coordinamento che «potrebbe essere Napoli, in particolare Capodichino”.
I “contatti” con gli altri paesi, spiega La Russa, “vanno in questa direzione”: per “spostare da Stoccarda a Napoli la parte operativa”. L’obiettivo dell’Italia, dice ancora il ministro, è anche quello di inserire “del personale delle nostre forze armate nello staff di pianificazione di questi interventi umanitari” per “verificare che i modi operativi non siano nè inferiori ma tantomeno superiori ai limiti che il Parlamento ci indicherà”.
“Il Governo ha ritenuto indispensabile autorizzare, come gli altri Paesi disponibili, ogni opportuna iniziativa per garantire sostegno umanitario alle popolazioni civili della Libia, assicurando un ruolo attivo dell’Italia per la protezione dei civili e delle aree sotto pericolo di attacco, ivi compresa la concessione in uso di basi militari esistenti sul territorio nazionale. – si legge nella nota – Il Consiglio dei Ministri, appositamente convocato in via d’urgenza, ha esaminato e discusso la questione libica al fine di aderire a quanto deciso dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite con la Risoluzione n.1973 del 17 marzo 2011”.
Sono sette le basi aeree che l’Italia può mettere a disposizione, ha detto La Russa. Le basi sono Amendola, Gioia del Colle, Sigonella, Aviano, Trapani, Decimomannu e Pantelleria. L’attuazione di una no fly zone secondo il ministro “comporta un dispiegamento di mezzi oneroso e impegnativo da tutti i punti di vista e quindi non può restare estranea la Nato, perchè tre o quattro paesi non possono da soli esercitare un controllo capillare della zona”. La risoluzione dell’Onu sulla Libia “fa scattare il controllo dell’embargo da parte di un blocco navale che finora non poteva imporre coercitivamente un alt, non aveva titolo giuridico per l’utilizzo della forza”.