“Se non ora quando?”, manifestazione a Piedimonte

di Redazione

da sin. Fortini e CappelloPIEDIMONTE. “La manifestazione dell’8 marzo a Piedimonte Matese è stata un racconto di festa, che ha avuto i toni caldi dei colori dei coriandoli, che con la complicità del vento piroettavano attorno ai bellissimi quadri esposti dagli artisti del Matese”.

Lo afferma Antonietta Fortini, referente matesina del movimento “Se non ora quando?”. “Si è magicamente vissuta un’atmosfera mista di voci, canto, poesia ed arte che ha sprigionato emozioni di rinnovamento e possibilità. – continua la Fortini – E’ un percorso, questo, iniziato il 13 febbraio con la manifestazione “Se non ora quando” e che vede, ancora una volta, le donne protagoniste di una mobilitazione volta a scuotere con il loro vissuto le coscienze del nostro territorio”. Si sono inizialmente alternate sul palco le voci di Emanuela di Lullo (The dream of butterfly) e le note (articoli) che armoniosamente la Costituzione pone in difesa della donna, raccontate e approfondite dalla professoressa Lilly di Buccio, che ha spinto la sua riflessione anche sulla “giustizia di genere”.

La poetessa e artista Fausta Visconti, che ha ricevuto il premio letterario sulle pari opportunità, ci ha incantato con la sua poesia “Donna”. Ha proseguito la cantautriceper la Pace Agnese Ginocchio, “Donna impegnata per la Pace” che aveva aperto la manifestazione “Se non ora quando” a Caserta. Lei ha ribadito la sua presenza nella piazza e nella mobilitazione proprio per una difesa strenua ed una valorizzazione della “Donna che osa nel nome della Pace difendere le proprie idee, sfidare le incertezze e disarmare l’ arroganza dell’ uomo che considera le donne solo come un oggetto di piacere”.

E’ intervenuto, anche, il sindaco Vincenzo Cappello che ha riportato l’attenzione sulle origini della celebrazione, ricordando quel lontano marzo del 1911, quando 146 lavoratrici furono protagoniste di un devastante rogo nelle fabbriche di New York. La riflessione si è, poi, soffermata sul ruolo combattivo che ha avuto la donna nel nostro territorio: un racconto di donne contadine, le “cafone” che nel 1911, pur di non farsi defraudare della loro terra, della loro seppur umile esistenza, si sono ribellate all’esproprio delle terre da parte della Sme per la costruzione dell’odierna diga, a Letino, così subendo l’onta del carcere. Poi è stata occasione gradita assistere al racconto sul palco di stralci del testo “Memorie di genere” (in prossima pubblicazione) opera nella quale si raccontano le voci, le memorie, le condizioni di lavoro e di vita di donne di Piedimonte Matese.

 Un testo animato dalla presenza e voce di due donne (Dalila Fiore e Daniela Sautto) che hanno interpretato i racconti di vita di alcune donne intervistate. Le condizioni di vita e di difficoltà del territorio, come quando si proietta la luce che attraversa un prisma di vetro, hanno diversi colori e profondità: si è rappresentata la condizione spesso inappagata e sofferente di una operatrice socio assistenziale, poi quella risoluta e combattiva della giovane ricercatrice e archeologa MariaChiara Scappaticcio.

“Sono le donne che hanno voluto raccontarsi, – racconta Fortini – sono le donne che, sentendosi responsabili della deviazione nel sistema dei valori, si sono riproposte come partigiane della messa al mondo di una nuova Italia. Quindi, e’ stata occasione per raccontare delle donne che lavorano stabilmente fuori e dentro casa, di quelle che cercano lavoro e non lo trovano, delle lavoratrici costrette al lavoro nero, delle licenziate, delle precarie, delle tante che hanno lasciato lontano le loro famiglie per occuparsi delle nostre, e delle donne ridotte in schiavitù”. La possibilità di questa narrazione è stata possibile grazie al sostegno dell’amministrazione comunale, al supporto e confronto che il comitato di Piedimonte Matese “Se non ora quando” ha avuto con il professor Costantino Leuci, agli artisti che hanno allietato l’evento (tra cui tra gli altri Enzo Altieri, Riccardo Damiani), ai pittori che generosamente hanno contribuito con i loro quadri, e al lavoro alacre di Alessandro Riccitelli e Antonio Atzeni dell’Associazione per la Sinistra Matese.

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