TRIPOLI. Nuovi raid aerei dei caccia libici sono stati eseguiti in queste ore sulla città di Ajdabiya, nella Cirenaica.
Lo riferiscono fonti giornalistiche alla tv araba al-Jazeera. I raid hanno preso di mira in particolare l’ospedale e la caserma dell’esercito. Nel frattempo invece gli insorti continuerebbero a controllare la città portuale di Brega. E’ quanto sostiene Hadi Shalluf, esponente dell’opposizione e leader del Partito per la giustizia e la democrazia. Secondo Shalluf, gli insorti hanno anche fatto una settantina di prigionieri tra i militari pro-Gheddafi.
Domenica la tv di stato libica ha mostrato le immagini dei ribelli in fuga dalla città e ha annunciato la sua liberazione dalle “bande armate”. Shalluf ha ammesso la fuga, aggiungendo però che nelle scorse ore gli insorti “sono tornati a Brega e hanno vinto al battaglia, catturando 71 persone”.
L’esponente dell’opposizione ha quindi escluso che le truppe fedeli a Gheddafi riconquistino a breve Bengasi, ma al tempo stesso ha chiesto che l’Onu si attivi per aiutare gli insorti. Mentre il Consiglio nazionale transitorio costituito a Bengasi chiede una no-fly zone ma esclude l’ingresso di truppe di terra, per Shalluf è necessario anche questo tipo di intervento e un rappresentante del Consiglio, Mahmoud Jibril, ne parlerà con il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton.
Intanto, sembra che le Forze Armate libiche abbiano offerto un’amnistia ai militari che hanno disertato per passare dalla parte degli insorti: lo ha annunciato la televisione di Stato libica, secondo cui il beneficio sarà concesso “a tutti i soldati” che si sono ribellati al regime, a condizione che “mostrino pentimento e consegnino le armi”.
Dall’Italia, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ritiene che”l’unica soluzione” per porre fine alla crisi libica “è un cessate il fuoco immediato che si accompagni ad una misura internazionale”. Frattini precisa che di questo “parleremo al G8, dove ci sono Paesi come la Russia, che hanno avuto la posizione più riluttante dinanzi al Consiglio di sicurezza”. Proprio la Russia, infatti, ha chiuso el porte alla Libia decretandoil divieto di entrata e transito nel territorio russo per Muammar Gheddafi e i suoi familiari. Lo ha annunciato il presidente russo, Dmitri Medvedev, il quale ha aggiunto che per il Colonnello e il suo clan sarà bandita anche la possibilità di effettuare operazioni finanziarie in Russia.