TRIPOLI. I vertici dell’esercito libico hanno intimato alla popolazione di Bengasi di deporre le armi. Le forze di Muammar Gheddafi si stanno preparando a sferrare l’offensiva finale sulla roccaforte degli insorti e oggi Saif Al Islam, uno dei figli del colonnello, ha previsto che l’operazione si concuderà in 48 ore.
A proposito del dibattito in corso sull’opportunità di imporre una ‘no fly-zone’ sulla Libia, il figlio del leader di Tripoli ha tagliato corto: “Le operazioni militari sono terminate. Sarà tutto finito in 48 ore. Le nostre forze sono vicine a Bengasi. Quindi”, ha concluso, “qualsiasi decisione fosse presa sulla no fly-zone, arriverebbe comunque troppo tardi”.
La “no fly zone”, però, viene ancora invocata dagli insorti. Ali Tarhouni, esponente degli insorti libici e membro della commissione Economia e petrolio del Consiglio provinciale costituito nell’est della Libia, ha detto: “Credo che sia una vergogna la posizione da codardi assunta dal mondo occidentale, soprattutto gli Stati Uniti, che si propongono come difensori della democrazia e dei diritti umani”. Affermando che il popolo libico si ricorderà di chi si è dimostrato amico, in un’intervista a ‘Voice of America’ Tarhouni ha precisato: “Non chiediamo molto, solo la creazione di una no-fly zone”. L’atteggiamento del presidente Usa Barack Obama, a suo giudizio, è in “netto contrasto” con quanto affermò nel 2009, in uno storico discorso ai musulmani pronunciato al Cairo. “Obama fece un appello per la democrazia e la libertà e ora il minimo che possa fare è appoggiare la no-fly zone – ha detto – Il sangue del popolo libico non è a poco prezzo, a noi costa caro versarlo”.
Intanto, le truppe lealiste hanno sottoposto a un pesante bombardamento anche la città di Misurata dove cinque persone sarebbero morte e altre undici ferite. I ribelli, però, hanno peraltro affermato che, sebbene “la città sia sotto attacco da tutti i lati”, in particolare da est e da sud, “ne manteniamo ancora il controllo, e siamo riusciti a catturare due carri armati”. Gli stessi rivoltosi hanno sostenuto anche che “l’offensiva è stata respinta”, e che “l’intensita’ del fuocoè relativamente diminuita”. L’assalto dei governativi contro Misurata era comunque atteso da diversi giorni.
L’inviato dell’Onu Rashid Khalokov ha potuto osservare le distruzioni causate a Zawiyah dall’offensiva con cui le forze leali a Gheddafi hanno rinconquistato la citta’ a ovest di Tripoli e ha chiesto la cessazione immediata delle violenze. Khalokov ha visto di persona 24 edifici completamente distrutti nel centro della città. “Non c’erano negozi aperti e non c’erano donne e bambini per le strade, i militari erano ovunque”, ha raccontato.