Ferrara bacchetta Ingroia: “I pm non possono fare comizi”

di Redazione

Giuliano Ferrara ROMA.Giuliano Ferrara torna in tv. Da lunedì sera, su RaiUno, nello spazio che fu di Enzo Biagi, il direttore del Foglio riapre “Qui Radio Londra”.

Non mancheranno le polemiche, lo si è capito già domenica sera nell’intervista concessa al Tg1 per lanciare il programma: “Ci sono delle cose che non si dicono perchè si pensa che non dicendolo si fa un servizio alla pace civile. Invece poi il fatto di non dirle rende il Paese più povero, rende il Paese un pochino più stupido e non sollecita l’opinione pubblica”.

Ferrara ha promesso di non risparmiare nessuno, se non il Santo Padre: “Sono un normale giornalista, sono un cittadino di questo Paese, e sono schierato. Santoro no, Lerner no, la Dandini no, Floris no, gli altri conduttori televisivi sono indipendenti e parlano a nome di tutti. Io invece penso che il Paese ha una storia e che dentro questa storia bisogna essere con sincerità, con rispetto per gli altri, chiari nel rappresentare quello che si pensa”.

Per cominciare, Ferrara non risparmia i magistrati, in particolare il pm antimafia Antonio Ingroia, che sabato scorso ha partecipato alla manifestazione in difesa della Costituzione, il ‘C-day’: “Io penso che non si possano fare comizi se si indossa una toga, sia di pm sia di giudice, che sia urgente una riforma ma che sia anche importante che il Presidente della Repubblica, per esempio Giorgio Napolitano, che è un galantuomo, che presiede il Csm, dica qualcosa, faccia qualcosa, si muova”.

Anche Il Giornale ieri aveva attaccato il pm, chiedendo le sue dimissioni. Oggi il magistrato replica con una intervista concessa a Repubblica: “Ho diritto di criticare la riforma, questa è la stessa intolleranza che venne usata contro Borsellino” dice. Per Ingroia, quella di sabato non era una manifestazione politica o di partito, era una iniziativa in favore della Costituzione. Ingroia dice poi di aver apprezzato la posizione del ministro Alfano che non intende aprire su di lui una inchiesta punitiva. ma dice che gli attacchi contro chi non la pensa allo stesso modo non sono sobri.

“La magistratura non vuole sostituirsi al potere legislativo – dice il procuratore aggiunto di Palermo- ma nel rispetto del potere legislativo un magistrato può esprimere il suo punto divista tecnico su scelte che rischiano di essere uno strappo rispetto ai principi fondanti dell`assetto costituzionale della giustizia e ai diritti fondamentali dei cittadini” dice nell’intervista. Gli viene chiesto se le posizioni dei magistrati possano disorientare l’opinione pubblica: “Non vedo affatto questo disorientamento, ma un desiderio diffuso di capire e sentire pareri diversi. Poi, ci sono gli italiani, e sono tanti, vittime di una disinformazione massiccia. La stessa che anni fa attaccò Paolo Borsellino, quando fece una denuncia pubblica sul calo di tensione nella lotta alla mafia. Era una denuncia che investiva contemporaneamente la politica e la magistratura. L`attacco fu non sui contenuti che Borsellino esprimeva, ma direttamente alla sua persona. Oggi, vedo la stessa intolleranza. Certo, con uno spiegamento di uomini e mezzi molto più massiccio”.

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