Fini: “Ora abbiamo capito chi sono i quaquaraquà”

di Redazione

Gianfranco FiniROMA.“Dobbiamo organizzare la presenza politica e culturale di Futuro e Libertà nel paese senza aver timore di essere qualche volta eretici, ma senza neanche aver timore di essere ultraortodossi, perché tra le tante cose da evitare …

… c’è anche quella in cui magari in qualche circostanza abbiamo ecceduto e cioè di volere sempre e comunque rappresentare una voce fuori dal coro”. Lo ha detto Gianfranco Fini nel suo intervento all’assemblea dei circoli di Futuro e Libertà.

“In tante circostanze – ha aggiunto il presidente della Camera – non c’è nulla di più profondamente sincero e in sintonia con il volere del nostro popolo di ciò che è espresso a maggioranza dal nostro stesso popolo. Non occorre sempre essere coloro che rappresentano un’altra verità”.

E invita Futuro e Libertà a dimenticare le divisioni fra falchi e colombe e a guardare avanti, non rinunciando però ad una stoccata nei confronti di quelli che definisce “quaquaraquà” e che hanno abbandonato il partito. “Dopo il congresso non si deve dedicare un solo minuto a chi c’era e non c’è più – dice – Anche se qualcuno mi ha fatto capire molto bene cosa significhi quel passaggio de “Il giorno della civetta” in cui si parla di uomini, ominicchi e “quaquaraquà””.

“Il problema non è quanti deputati perchè, amici miei, uno più uno meno non cambia nulla, il problema è dare risposte ai problemi del paese e quante idee e quanti stimoli sapremo dare – dice Fini – Entrare in Futuro e Libertà è un impegno che certamente non promette e non garantisce assolutamente nulla, almeno in questa fase, in termini di potere. Alla vigilia della grandi nomine sono sempre apparsi, come è naturale che sia, tutti coloro che dicevano “o Francia o Spagna purché se magna”. Beh, ho capito perfettamente che Fli è oltre questa fase il che autorizza qualcuno a dire che non conta assolutamente nulla nell’ambito delle nomine, è vero, anzi quei manager che hanno avuto o hanno simpatie nei miei e nei nostri confronti è meglio che dicano subito che è stato un abbaglio o un errore perché rischiano di essere penalizzati. Al di là degli scherzi, Fli oggi non garantisce né posizioni di potere, né posti da assessore o sottosegretario. Fli nasce per mettere un bel po’ di aria fresca nelle stanze della politica, ed ecco perché bisogna crederci profondamente”.

“Riforma della giustizia? Se e quando sarà presentata la valuteremo” ha risposto Fini ai cronisti che gli chiedevano un giudizio sulla riforma della giustizia annunciata da Berlusconi. “Sull’assenza di una politica veramente riformatrice e che guardi ai problemi veri del Paese, il centrosinistra è in ritardo quanto Berlusconi – dice Fini – perché in Italia siamo in presenza di uno scontro fra due grandi assetti conservatori nel senso più deteriore del termine, e cioè che non si vuole cambiare niente. L’essere alternativi all’attuale centrodestra non significa non essere alternativi a questa sinistra che in quest’ultimo periodo non è stata in grado di mettere in campo un’idea che appassioni gli italiani. La nostra sfida dovrà consistere nel far comprendere che siamo altra cosa rispetto all’attuale centrodestra, ma dovrà anche, far capire che Futuro e Libertà ha un’altra idea dell’Italia anche rispetto alla sinistra”. Nel corso del suo lungo intervento il presidente della Camera ha più volte criticato le politiche messe in campo dall’attuale governo, ma sempre accostando il nome del premier Berlusconi a quello della sinistra. Un modo per sottolineare la distanza di Futuro e Libertà sia dall’attuale maggioranza che dal centrosinistra.

Fini punzecchia la sinistra sostenendo che come unica bandiera ha l’antiberlusconismo. La sfida di Futuro e Libertà, ha detto il presidente della Camera, nel corso della prima assemblea dei circoli di Fli “è quella estremamente ambiziosa di prospettare un modello dell’Italia” per di prossimi decenni. Anche perché, ha aggiunto “dalla sinistra non è che alzino grandi bandiere, se non quella che Berlusconi ha governato male e se ne deve andare”.

REAZIONI. “Il presidente della Camera passa dal dramma alla farsa, senza negarsi la pochade, con una disinvoltura che lascia basiti – commenta Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati del Pdl – Dopo due anni vissuti come un ariete a menare testate contro il Pdl e il premier Berlusconi, Fini ha scoperto all’improvviso che l’antiberlusconismo è l’unica bandiera della sinistra. Ma dove è stato negli anni passati, quando con la sinistra civettava da un convegno all’altro? Oggi vuole costruire un centrodestra alternativo alla sinistra e, manco a dirlo, a Silvio Berlusconi. Fini è sicuramente l’uomo politico più nuovo di questi anni. Infatti ogni volta che esprime un concetto o un’idea è sempre diverso rispetto a quello che aveva detto soltanto un’ora prima. Fini soffre la confusione politica di chi cambia le idee come si cambiano le cravatte”.

“Apprendiamo da Fini che il centrosinistra è affetto da un conservatorismo che, di fatto, gli impedisce di essere una coalizione riformista e di cambiamento. – dice Giorgio Merlo, Pd, vice presidente della Vigilanza Rai – Come lo è, sempre secondo il capo di Fli, l’attuale destra berlusconiana con cui è stato fedele sodale per 16 anni ininterrotti. Da Fini vorremmo sapere una cosa sola: sarebbero i Granata e i Briguglio le stelle polari del nuovo riformismo capace di ridare slancio e di far ripartire il nostro paese?”.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
Whatsapp
Redazione
Condividi con un amico