Gheddafi: “Bombe mi fanno ridere”. Divergenze su comando Nato

di Redazione

Gheddafi TRIPOLI. Quinto giorno dell’operazione “Odissea all’alba” caratterizzato dall’intervento militare internazionale, dalla determinazione dei ribelli contro Gheddafi e dalla resistenza del Colonnello, che ha detto: “Le bombe della coalizione mi fanno ridere”.

“L’aviazione libica non esiste più come forza di combattimento. E il sistema integrato di difesa aerea, il comando e le reti di controllo sono state seriamente danneggiate, al punto che possiamo operare senza rischi in Libia”. Lo ha detto un alto comandante britannico. “Ora stiamo applicando una pressione sostenuta e senza sosta sulle forze armate libiche”, ha spiegato il vice maresciallo Greg Bagwell incontrando i giornalisti nella base aerea di Gioia del Colle dell’Aeronautica militare italiana. Dalle forze aeree l’attacco della coalizione dei volenterosi si sposta così sulle forze di terra. Il Pentagono ha annunciato infatti di aver attaccato dall’aria le forze pro Gheddafi che minacciano le città di Ajdabiya, Misurata e Zawiya.

INSORTI FORMANO “GOVERNO AD INTERIM”. Il Consiglio nazionale degli insorti della Libia ha formato un “governo ad interim” ed ha incaricato Mahmud Jabril di guidarlo. La notizia, pubblicata con grande evidenza sul sito della tv Al Jazeera ma per il momento non confermata da altre fonti, è stata comunicata da uno dei portavoce del Consiglio, Nisan Gouriani. “Il Consiglio nazionale è un organo legislativo ma abbiamo bisogno di un organo esecutivo per assumere il controllo e mettere in atto una forma di amministrazione”, ha detto ad Al Jazira precisando che “la posizione degli insorti è stata chiara sin dall’inizio: la Libia è indivisibile”. “La nostra capitale è Tripoli e sarà per sempre Tripoli”, ha aggiunto il portavoce degli insorti. “Stiamo lottando per liberare la parte ovest del paese e Tripoli e mantenere il paese unito”.

OBAMA: “SI ARRIVI A GOVERNO DEMOCRATICO”. Sulle azioni degli insorti è intervenuto anche Barack Obama: “Speriamo che i ribelli sappiano organizzarsi in modo da arrivare presto ad un governo democratico legittimo, espressione delle loro aspirazioni”, ha detto il presidente Usa in un’intervista alla Cnn.

QUESTIONE COMANDO.

Sul fronte diplomatico, invece, resta da chiarire la questione del comando dell’operazione. Dopo l’accordo politico tra Usa, Francia e Gran Bretagna sulla discesa in campo dell’Alleanza atlantica nelle operazioni militari in Libia, restano molte questioni da risolvere. La Francia, paese che più ha premuto per l’intervento militare, ha infatti dichiarato che la Nato non assumerà la “guida politica” della coalizione internazionale contro il regime di Muammar Gheddafi: lo ha puntualizzato mercoledì 23 marzo Francois Baroin, portavoce del governo francese. Quello dell’Alleanza Atlantica, ha spiegato Baroin al termine della seduta settimanale di gabinetto, “sarà un ruolo tecnico”, cioè essenzialmente operativo e circoscritto alla pianificazione e alla logistica, ma non decisionale. La Nato, ha precisato, interverrà in Libia come “strumento di pianificazione e di condotta operativa” nell’applicazione di una no-fly zone aerea.

NATO: “PRONTI AD AGIRE”. Da parte loro, i comandi dell’Alleanza si dicono operativi sin da subito: “La Nato è pronta ad agire se e quando sarà richiesto”, ha affermato il portavoce della Nato, Oana Lungescu, sull’accordo raggiunto tra Usa, Gb e Francia per un’entrata in campo dell’Alleanza nelle operazioni militari in Libia con un ruolo chiave. “I piani sono pronti, ma perché siano lanciati serve il consenso di tutti i 28 partner e le discussioni sono ancora in corso”, ha aggiunto la portavoce.

AD ITALIA COMANDO MARITTIMO SU EMBARGO ARMI. E proprio nell’ambito Nato l’Italia avrà un ruolo di primo piano nella missione per il rispetto dell’embargo delle armi, con il comando della componente marittima della missione in Libia. Lo riferisce il colonnello Massimo Panizzi, portavoce del presidente del comitato militare della Nato, ammiraglio Giampaolo Di Paola. “Per l’embargo delle armi è stata decisa una operazione da parte della Nato che avrà il contributo di diverse nazioni e vedrà l’Italia come una componente molto importante”, ha detto Panizzi. “A Napoli c’è un comando, diretto da un generale americano, la cui componente marittima è comandata dal contro ammiraglio Rinaldo Veri”, ha aggiunto il colonnello.

INTESA PDL-LEGA. Anche il dibattito politico italiano resta incentrato sulla missione libica. Nel corso del vertice di mercoledì 23 marzo, al quale hanno partecipato i capogruppo di Camera e Senato di Pdl e Lega, è stato raggiunto l’accordo per una risoluzione unica della maggioranza di governo sulla questione libica. La Lega Nord, da subito critica verso la partecipazione dell’Italia alla coalizione di paesi che hanno attaccato le forze libiche in applicazione della risoluzione dell’Onu sulla no-fly zone e la protezione dei civili, già martedì 22 marzo aveva fatto sapere di essere disponibile a votare una mozione parlamentare sull’intervento italiano purché tale mozione indicasse espressamente anche l’impegno a una “difesa dei confini” nazionali dalla minaccia dell’immigrazione e l’impegno del governo a tutela degli accordi energetici (leggi le dichiarazioni dei ministri sull’intervento militare in Libia).

LIBERATI GIORNALISTI. Intanto, sono stati liberati nella notte tra il 22 e il 23 marzo a Tripoli i tre giornalisti occidentali – due reporter dell’agenzia France Presse e un fotografo della Getty Images – arrestati il 19 marzo dalle forze libiche presso Ajdabiya, nell’est della Libia. Lunedì 21 marzo è avvenuto anche il rilascio di quattro giornalisti del New York Times arrestati dalle forze leali a Gheddafi una settimana prima. “Torture psicologiche e molestie sessuali”, così i cronisti raccontano il loro periodo di detenzione nelle mani ai fedelissimi del rais.

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