ROMA.Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al ddl costituzionale di riforma della Giustizia. Il consenso è arrivato all’unanimità e ad approvazione avvenuta, secondo fonti governative, il Cdm l’ha salutata con un applauso indirizzato al Guardasigilli, Angelino Alfano.
Trattandosi di una riforma costituzionale, dovrà essere approvata due volte da entrambi i rami del Parlamento: qualora avrà il consenso di due terzi dei parlamentari entrerà subito in vigore; in caso contrario, sarà sottoposta ad un referendum confermativo tra i cittadini.
Subito dopo l’approvazione, Alfano ha spiegato i dettagli della legge e ha riassunto il suo spirito in una battuta: “Questo nuovo sistema prevede il giudice in alto, con il pm e il cittadino allo stesso livello. Un concetto che più tardi lo stesso premier ha illustrato con un disegno che rappresenta due versioni di una bilancia: nella prima uno dei due piatti prevale perché vi si trovano sia il pm sia il giudice, mentre sull’altro c’è solo l’avvocato della difesa; nella seconda, il giudice sta sul perno centrale e i due piatti sono equilibrati con il pm da una parte e la difesa dall’altra”. Alfano ha difeso l’impianto generale della riforma e ha commentato che a suo parere non c’è alcun motivo affinché i magistrati indicano scioperi e mobilitazioni contro di essa, perché “non è punitiva nei loro confronti”.
Silvio Berlusconi, che già nella notte, in un vertice a Palazzo Grazioli aveva spiegato che non si tratta di una legge ad personam ma di una riforma “nell’interesse di tutti”, ha poi ribadito che il provvedimento “è un punto qualificante della nostra azione di governo, una riforma organica, di prospettiva e di profondo cambiamento che non ha nulla a che fare con i processi in corso. E che per di più era tra i suoi obiettivi già dal 1994, anno della sua “discesa in campo”. “Questa riforma costituzionale – ha sottolineato il capo del governo – sarà affidata a 10 leggi che avranno percorsi parlamentari singoli e che presenteremo in successione al parlamento”. In ogni caso, ha assicurato Berlusconi anche in conferenza stampa, “faremo di tutto per poter discutere con l’opposizione queste norme e lo farà il ministro della Giustizia. Oltretutto, ha ricordato, “questi temi sono stati per cinquant’anni temi portati avanti proprio dalla sinistra. Responsabile di questo confronto, ha aggiunto il premier, “sarà Alfano.
Tra i tanti punti della riforma della giustizia ce n’è uno che Berlusconi ha particolarmente a cuore e lo ha spiegato lui stesso in conferenza stampa a palazzo Chigi: “Regolamentare l’inappellabilità per le assoluzioni in primo grado perché un cittadino, assolto in primo grado ma processato di nuovo in appello e in terzo grado, “ha la vita completamente rovinata: lui, la sua famiglia, i suoi rapporti con la società e le sue finanze”. Il cuore della riforma, ha poi aggiunto, è “il giusto processo che “non deve solo essere portato a termine in tempi ragionevoli, ma garantire il contraddittorio e garantire la parità tra accusa e difesa. Il giusto processo è un diritto di tutti i cittadini”.
IL CASO RUBY. A chi gli chiedeva se il caso Ruby avesse influenzato i tempi e i contenuti della riforma della giustizia, Berlusconi ha dato una risposta tranchant: “Zero”. È pensata dal ’94. Poi ha parlato delle sue vicende personali: “Questa volta mi prenderò la soddisfazione di essere presente nelle aule dei processi. Ho destinato la domenica alla preparazione e il lunedì alla mia presenza nelle aule dei tribunali. Credo che mi prenderò delle belle soddisfazioni e soprattutto spiegherò agli italiani come stanno le cose”. E ancora: “Io non mi sono mai interessato di queste leggi, perché ho garantito con un giuramento sui miei figli e sui miei nipoti che i processi che mi sono stati portati addosso sono fondati sul nulla”. E a questo proposito ha spiegato: “Ho la pretesa di venire assolto nei processi, come fatto 24 volte su 30 nei processi che mi sono stati organizzati contro e come farò per quelli che mi restano”.
“RIFORMA SARA’ APPREZZATA”.Positivi anche i primi commenti arrivati dai ministri che l’hanno approvata. “È una riforma attesa da anni, i cittadini la apprezzeranno e, se chiamati ad un referendum confermativo, la voteranno massicciamente” ha detto Gianfranco Rotondi, ministro per l’Attuazione del programma. Per il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, l’approvazione del testo rappresenta ora “un’occasione anche per i garantisti di sinistra”. E il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo: “E’ una riforma seria, profonda, attenta ai pesi e contrappesi della democrazia, ai diritti dei cittadini, all’equilibrio sostanziale fra accusa e difesa era nei nostri programmi fondativi”.
“SCRITTA SOTTO DETTATURA”.La riforma è invece bocciata senza mezzi termini dal leader dell’Idv, Antonio di Pietro: “È stata proposta una riforma così antidemocratica da stravolgere lo stato di diritto, noi presenteremo un solo emendamento, completamente abrogativo di tutta la riforma”, che l’ex pm ha definito “non degna nemmeno del peggior vecchio stato sudafricano”. Stroncatura totale anche da Oliviero Diliberto, portavoce nazionale della Federazione della sinistra, secondo cui si tratta di una “pseudo riforma” che “non è altro che un’ennesima legge ad personam, scritta sotto diretta dettatura di un premier oramai disperato”. Meno netto il finiano Benedetto Della Vedova: “Esamineremo i testi e faremo le nostre valutazioni senza pregiudizi”.