La riforma della giustizia al tavolo del governo

di Redazione

Alfano e BerlusconiROMA. Una nota di Palazzo Chigi ufficializza che la riforma costituzionale della giustizia sarà portata nel Consiglio dei ministri in programma giovedì 10 marzo, alle ore 9.

La bozza sarà illustrata dal ministro Angelino Alfano al presidente Repubblica Giorgio Napolitano, poi andrà all’esame di Camera e Senato. La riforma prevede la separazione delle carriere tra giudici e Pm; la divisione del Consiglio superiore della magistratura in due (uno per i giudici l’altro per i pm);e l’obbligo dell’azione penale, ma secondo le priorità stabilite dalla legge. Il Csm dei pm potrà essere presieduto da un procuratore generale della Cassazione eletto dal Parlamento.

Dei tre punti centrali del testo, quello oggetto di tensione tra maggioranza e opposizione restala separazione delle carriere. Il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, assicura che la riforma passerà.

L’Udc e Fli ribadiscono il loro ‘No’ ad “intenti punitivi” nei confronti dei magistrati. In un’intervista al Corriere della Sera, il vicepresidente dei finiani, Italo Bocchino, ribadisce che da parte del suo partito non c’è un ‘No’ pregiudiziale, ma un’No’ preventivo, “perché – spiega – il Paese ha bisogno di una riforma della giustizia. Siamo disposti a discutere nel merito, condividiamo l’ipotesi della separazione delle carriere, dei due Csm, meno delle modifiche dell’Alta Corte”. Bocchino si dichiara disponibile a discutere, ma a due condizioni: “La riforma non deve prevedere norme ad personame non deve essere punitiva nei confronti dei magistrati”. Anche il presidente della Commissione Giustizia Giulia Bongiorno ha detto a SkyTg24 che voterà a favore della riforma se sarà migliorativa.

Sulla stessa lunghezza d’onda il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini:”Noi del Nuovo Polo – ha spiegato – siamo orientati ad una precisa assunzione di responsabilità. Siamo disponibili a discutere della riforma se la prioritàè l’interesse del cittadino. Ma se vogliamo discutere seriamente bisogna spazzare via dal tavolo le leggi ad personam. Se invece restanoè chiaro che ostruiranno il confronto”. Secondo Casini “chi propone una riforma complessiva della giustizia capisca che deve liberare il campo dall’impiccio delle leggi ad personam”.

La presidente dei senatori Pd,Anna Finocchiaro, manifesta “grande preoccupazione” legata al fatto che questa riforma possa prendere le mosse “da una specie di risentimento personale e da un patto ideologico piuttosto che da una vera necessità perché la necessità vera sarebbe quella di far funzionare il sistema. Questa riforma, invece, non accorcerà di un’ora i processi civili o penali di questo paese”.

Le toghe, intanto, sono già in fermento: l’Associazione nazionale magistrati riunirà in giornata la Giunta per fare il punto su eventuali iniziative di protesta.

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