ROMA.Una proposta talmente inaccettabileda essere affossata addirittura dalsuo stesso partito.
Parliamo della ribattezzata “legge salva-Berlusconi”,presentata alla Camera daldeputato Luigi Vitali, che però trova il dissenso di Niccolò Ghedini, parlamentare e avvocato del premier Berlusconi. La proposta prevede che in presenza di un imputato incensurato o che abbia superato i 65 anni di età il giudice è obbligato ad applicare sempre e comunque le attenuanti generiche. Con conseguente riduzione dei tempi di prescrizione del reato. Le attenuanti, poi, dovranno sempre considerarsi prevalenti rispetto alle aggravanti quando “per effetto della diminuzione della pena il reato risulti estinto per prescrizione”.
Ma c’è anche un’altra norma che fa discutere: quella che rende inutilizzabili tutti gli atti di indagine nel caso in cui il pm non abbia esercitato l’azione penale o non abbia richiesto l’archiviazione per tempo, cioè senza rispettare il termine stabilito dalla legge o prorogato dal giudice. Una misura che, fanno notare dall’opposizione,cancellerebbe di fatto il processo sul caso Ruby. L’iscrizione nel registro degli indagati di Berlusconi, infatti, è avvenuta qualche tempo dopo quella degli altri imputati coinvolti nella vicenda.
Quindi, si introduce il “legittimo sospetto” tra le cause di rimessione del processo e si estendono i casi in cui il giudice abbia l’obbligo di astenersi prevedendo, tra l’altro, l’ipotesi del magistrato che abbia avuto “comportamenti o manifestazioni di pensiero” o abbia “aderito a movimenti o ad associazioni che determinino fondato sospetto di recare pregiudizio all’imparzialità del giudice”. Nella proposta si prevede anche la proroga da uno a sei mesi di tutti i termini per la difesa.
GHEDINI. “La proposta depositata dall’onorevole Vitali è di sua esclusiva iniziativa e non concordata con la Consulta Giustizia del Pdl. Chiederemo all’onorevole Vitali di ritirare immediatamente quella parte di ddl che potrebbe offrire strumentali polemiche in particolare per ciò che riguarda la prescrizione”. Così Ghedini in una nota.
BERLUSCONI: “NON NE SO NULLA”. ”Non ne so nulla”. Così Berlusconi ha risposto ai cronisti lasciando Palazzo Grazioli. A chi gli chiedevala possibilità che la proposta sia condivisa dal governo, il premier ha ribadito: ”Mi dovete credere, non ne so nulla”.
DI PIETRO.Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori, aveva commentato: “In questi giorni in Parlamento si esaminano tutte quelle norme che servono a salvare Berlusconi dai processi e non a migliorare il sistema giustizia. Si discute su come limitare l’uso delle intercettazioni, della prescrizione ad hoc per il presidente del Consiglio, del finto processo breve, della riforma della Corte Costituzionale e della riforma dell’azione penale e non dei problemi reali dei cittadini. Insomma invece di dare al comparto sicurezza mezzi e procedure che permettano di snellire realmente i processi e a far funzionare la macchina, il governo, come al solito, pensa agli affari suoi: vergogna”.
PD.”Critiche erano giunte anche dal Pd: “Quella di Vitali è una proposta sconcertante perché priva di ogni logica di sistema, con intenti punitivi e intimidatori nei confronti della magistratura e costruita per risolvere i problemi giudiziari di Berlusconi, a partire dal caso Ruby i cui atti potrebbero essere resi nulli d’un colpo”, aveva dichiarato la capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti.