Rinnovabili, Cdm approva decreto. Ma le associazioni protestano

di Redazione

 ROMA. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto sull’attuazione della direttiva 2009/28/Ce del parlamento europeo e del consiglio del 23 aprile 2009 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, …

… per il quale le associazioni ambientaliste e quelle del settore delle rinnovabili avevano espresso forti timori.

Proprio quanto riguarda il fotovoltaico, inoltre, lo schema di decreto legislativo prevede che, a decorrere dal 1 giugno, si debba procedere a redigere un altro provvedimento che ridefinisca criteri, parametri e quote, al fine di assicurare la sostenibilità dei costi di incentivazione, scoraggiare le iniziative meramente speculative e garantire al settore una prospettiva di sviluppo di lungo periodo.

ll “pericolo” – almeno per ora – sembra scongiurato. Ildecreto sembra aver accolto il senso dell’appello firmato da ben 65 parlamentari e quasi 15mila cittadini che hanno firmato un appello per chiedere all’esecutivo di non approvare quello che era stato già definito dalle associazioni ambientaliste e da molti operatori del settore quale “decreto blocca-solare”.

Ad essere contestata, in particolare, era la parte del provvedimento che prevedeva la sospensione degli incentivi al fotovoltaico non appena fosse stato raggiunto l’obiettivo degli 8mila MW, un tetto ritenuto molto basso: in proposito dai “contestatori” veniva fatto l’esempio della Germania, che avrebbe addirittura un tetto più alto di ben sei volte rispetto a quello indicato nel provvedimento dal Ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani. Secondo quest’ultimo, era (ed è) una questione di costi, i meccanismi di incentivazione alle fonti rinnovabili costerebbero troppo e, per tale motivo, bisognava dargli un “taglio”. Le ferme proteste hanno, però, indotto a far eliminare dal testo la norma “incriminata” e far passare una versione “concordata”. Vediamo ora in sintesi cosa prevede il nuovo provvedimento.

Il provvedimento, dunque, è il decreto legislativo di attuazione della Direttiva 2009/28/CE relativa alla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE, già approvato, in via preliminare dal Consiglio dei Ministri del 30 novembre 2010. Nelle intenzioni del Ministero, il cosiddetto “Decreto Romani” mira a potenziare e a razionalizzare il sistema per incrementare l’efficienza e l’utilizzo di questo tipo di energia. Sotto tale profilo, esso vede tra i suoi obiettivi principali anche quello di ridurre gli oneri “indiretti” relativi al processo di realizzazione degli impianti alimentati dall’energia da fonti rinnovabili (dall’autorizzazione alla connessione, all’esercizio).

In tal modo si dovrebbe raggiungere il duplice obiettivo di incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili per rispettare i target europei (pacchetto 20-20-20) e di ridurre gli oneri specifici di incentivazione a carico dei consumatori finali. Il Decreto, in particolare, prevede la definizione di un nuovo sistema di incentivi per gli impianti da fonti rinnovabili che entrano in esercizio dal 1° gennaio 2013, differenziato per gli impianti di taglia minore e maggiore, in modo da dare certezza ai piccoli investitori e stimolare i più grandi a soluzioni più efficienti.

Al fine di tutelare gli investimenti già effettuati, il provvedimento stabilisce che il ritiro dei certificati verdi debba proseguire sino al 2016, fissando il prezzo di ritiro al 78% di quello massimo di riferimento. Il quadro delle disposizioni è comunque articolato e rinviamo ad un prossimo contributo un maggior grado di approfondimento delle novità da esso apportate.

ALLARME CASSA INTEGRAZIONE E BLOCCO INVESTIMENTI. Centocinquantamila posti di lavoro a rischio, istituti di credito che hanno già congelato i finanziamenti, investimenti persi e imprese che si apprestano a fare massiccio ricorso alla cassa integrazione. Le associazioni delle imprese del fotovoltaico lanciano l’allarme sulle conseguenze del decreto Romani. Le conseguenze economiche per il fotovoltaico italiano dipinte dalle associazioni sono pesanti: gli imprenditori presenti comunicano di aver già ricevuto dalle banche la comunicazione di un congelamento dei finanziamenti in seguito all’incertezza che il nuovo decreto lascia sugli incentivi. “Cassa integrazione per oltre 10.000 unità direttamente impegnate nel settore, blocco degli investimenti per i prossimi mesi di oltre 40 miliardi di euro, blocco delle assunzioni e perdita di qualificati posti di lavoro, blocco immediato gli ordinativi già in corso per un valore di circa 8 miliardi di euro e dei contratti già stipulati per circa 20 miliardi di euro. Tutti gli investitori nazionali e internazionali si sono fermati attendendo la pubblicazione di un nuovo sistema incentivante”, spiega Valerio Natalizia, presidente di Gifi.

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