Città Democratica chiede il rimpasto al sindaco Cerreto

di Redazione

Comune di MaddaloniMADDALONI. Il gruppo “Città Democratica” invia un documento a Pdl, Udc, Popolari Liberali e Cristiano Democratici per invocare, da parte del sindaco Cerreto, …

… un resoconto dell’operato finora posto in essere dall’amministrazione ed individuare i responsabili di “omissioni” e “ritardi” che finora si sono registrati, oltre a sottolineare come le forze rappresentate in giunta non rispettano gli equilibri in Consiglio.

La città di Maddaloni, oggi più che mai, ha bisogno di un’amministrazione capace non solo e non tanto di gestire l’ordinario ed il contingente ma soprattutto di affrontare irrisolti problemi che da anni la fanno retrocedere in ricchezza e vivibilità. C’è la necessità di programmare le linee di sviluppo della città perché essa non diventi sempre più una città dormitorio, senza prospettive per giovani e non, soffocata da traffico, inquinamento, rifiuti e degrado sociale. I maddalonesi meritano una città a misura d’uomo, con servizi, scuole e uffici efficienti, con conti pubblici in ordine dove l’indebitamento è ammissibile solo per finanziare investimenti rispondenti alla domanda sociale di servizi per le persone e le famiglie. Impegnarsi per realizzare queste cose rappresenta per noi la principale motivazione dell’impegno politico.

Oltre alla gestione ordinaria dell’amministrazione non c’è reale significato da dare alla politica se non quello di decidere e di agire per realizzare concretamente un’idea di sviluppo. E’ in tal senso che sentiamo la responsabilità insieme al preciso dovere, almeno quanto le altre forze politiche di maggioranza, di amministrare la città. Per questo motivo, dopo un anno di amministrazione Cerreto, è arrivato il momento di fare il punto della situazione. Di fare un bilancio che permetta di capire se ci siamo allontanati dal programma che ci eravamo dati. Del resto la federazione Città Democratica nasce per dare ascolto alla gente e colmare il vuoto che molti partiti non riescono a gestire. Quindi è il momento di chiederci: cosa siamo riusciti a fare, rispetto a quello che ci eravamo prefissati? Ma soprattutto di chi sono le responsabilità, che si traducono in omissioni e ritardi che quotidianamente registriamo sull’azione amministrativa?

Sono queste le domande che, un vero servitore della collettività si deve porre. E noi ce le siamo poste, senza alcuna riserva mentale, dandoci delle risposte nette. Rispetto alle esigenze che avevamo registrato un anno fa, quando ci siamo dati un programma condiviso con il sindaco Cerreto, non riteniamo che si siano fatti molti passi avanti. Ci sono molte cose che potrebbero essere fatte con il minimo sforzo, eppure si tentenna, si attende. In molti casi vi è un silenzioso, quanto incomprensibile, immobilismo. Un muro di silenzio e assenze. Le risposte potrebbero essere tantissime, ma ci sono degli eventi che lasciano trasparire – a nostro parere – una sola indiscutibile spiegazione: probabilmente le forze dell’esecutivo non rispecchiano gli equilibri all’interno del Consiglio. Ci sono delle forze attualmente sovra rappresentate, il cui peso nell’esecutivo è sicuramente superiore al reale peso politico. Questa, probabilmente, è stata causa di alcune azioni maldestre, quanto inopportune, che hanno evidenziato tutti i limiti di una visione politica miope: il consenso degli uomini si conquista con le idee, non con le chiacchiere.

Un altro errore grave è stato la distribuzione di una serie di sotto-deleghe. Questa scelta ha “appesantito” qualcuno svuotando di significato l’azione di altri. E’ inutile chiedere conto del proprio lavoro ad un assessore che si è visto privato delle prerogative più rilevanti inerenti l’ufficio ricoperto. Il Sindaco aveva preso un chiaro impegno per risolvere questa dicotomia. L’impegno, ad oggi, è rimasto lettera morta. Come sollecitazione politica – rispetto a tale stagnazione – i coordinatori, Lombardi Felice e Valentino Clemente, sono andati a consegnare le dimissioni dei nostri Assessori nelle mani del sindaco all’esclusivo scopo di aprire un confronto politico.

Per tutta risposta il Sindaco ci ha invitati a protocollarle. Gli assessori le hanno presentate, per mettersi in discussione. Quanti sono in grado di fare altrettanto? Quanti sono in grado di dimostrare, verso le tanto ambite “sedie”, lo stesso disinteresse mostrato dai nostri rappresentanti? Basta solo questo gesto per dimostrarli degni della fiducia ricevuta. Fiducia che, alla luce dei fatti, siamo disposti a confermare in tutte le sedi. In questa fase, per un solo dovere di cronaca, è opportuno stigmatizzare la strumentalizzazione di qualche “commerciante” prestato alla nobile arte del giornalismo. Questi, notoriamente, svolge il ruolo di megafono sgrammaticato di una precisa area politica, divulgando quotidianamente calunnie e menzogne sul nostro conto. Fino ad oggi non abbiamo inteso agire per la tutela della nostra integrità morale solo per evitare di nobilitare i nostri calunniatori e soprattutto per evitare che il dialogo politico uscisse dalle sedi naturali. Non si può dire lo stesso del sindaco.

La federazione Città Democratica è sempre stata compatta e leale con la coalizione di maggioranza. Una lealtà che si valuta soprattutto con la condotta misurata e responsabile che ci ha sempre imposto di discutere nelle sedi adeguate, e non in piazza o tanto peggio sui giornali. Non c’è mai stato un nostro vero ed autentico coinvolgimento. Del resto il consigliere provinciale, Antimo Caturano, unica figura istituzionale di rappresentanza sovra cittadina, non è mai stato scelto o considerato un interlocutore di preferenza. Noi abbiamo una posizione chiara e coerente: siamo dalla parte della città. Chi si rivede in questa posizione è sicuramente un nostro interlocutore naturale. L’amministrazione non si può prestare a manovre o scorciatoie, chi non ha votato Cerreto è libero di cambiare idea.

Chi non ha votato Cerreto può tranquillamente ammettere che avevamo ragione noi, che l’abbiamo votato. Chi non ha votato Cerreto può certamente diventare un suo sostenitore, ma non può confondersi con noi che l’abbiamo considerato la nostra prima ed unica scelta. Se il sindaco è disposto a capire quanto per noi sia importante questa distinzione, siamo sicuramente in cammino sullo stesso percorso. Se il sindaco è disposto a confonderci con coloro che nella fase elettorale erano a lui contrapposti, senza imporre loro un tempo ragionevole che permetta di verificare la fondatezza della loro “conversione”, siamo sicuramente su un percorso diverso. Non discutiamo la lealtà di nessuno e riconosciamo la dignità di ciascuno: tutti sono liberi di cambiare idea. Ma noi, che abbiamo avuto sempre un solo convincimento, non siamo disposti ad essere confusi con altri. Pertanto la nostra proposta è una sola: bisogna ritornare al rispetto delle regole di base della democrazia e soprattutto al ripristino delle “deleghe originarie”.

Il nostro scopo è sempre stato quello di dare ascolto alla città e cercare di dare delle risposte. Non siamo dei politici di professione, ma giovani votati alla nobile arte della politica intesa soprattutto come servizio. Noi tutti ci sentiamo al servizio della collettività. E siamo, di conseguenza, nemici di tutti coloro i quali tendono a mettere in secondo piano le esigenze comuni, per dare priorità a interessi personali che nulla hanno a che vedere con il bene pubblico.

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