TEVEROLA. Carte di credito, documenti di identità, patente di guida, tessera sanitaria, addirittura il codice fiscale.
Si erano portati dietro tutto quanto servisse per fare acquisti, a Grosseto, con la carta di credito, peccato però che fosse tutto quanto falso o falsificato. Giuseppe Menale, 38 anni, residente a Teverola, insieme al 22enne Giancarlo Viola, di Napoli, è stato condannato a quattro mesi di reclusione e al pagamento di 400 euro di multa.
I due erano stati arrestati ad aprile dello scorso anno dalla polizia e accusati di truffa, ricettazione, indebito utilizzo di carte di credito, uso di atto falso e falsità materiale. Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, Menale siera presentato in un negozio di telefonia mobile in via dei Mille, a Grosseto, chiedendo di vedere e poi acquistarne uno, ma il titolare, al momento del passaggio della carta di credito confrontata con il documento di identità, notava qualcosa che lo ha insospettito. Il negoziante prendeva tempo dicendo al cliente di ripassare, ma quando luomo è uscito il commerciante ha avvisato sia il ‘113’ che altri titolari di negozi simili al suo.
Nel frattempo, Viola, sempre con una carta clonata,aveva fatto un acquisto (cellulare e scheda) in un negozio di telefonia mobile in via Svizzera e, visto che era andato tutto liscio, aveva chiesto di poter comprare altri tre telefoni. Anche in questo caso i responsabili del punto vendita si erano insospettiti e dicevano al ragazzo di ripassare dopo qualche minuto per avere il tempo di andare in magazzino a prendere i tre telefoni scelti. La telefonata alla polizia consentiva ad una pattuglia della Polstrada e agli uomini della Squadra mobile di attendere il suo ritorno e bloccare Viola. Ad attenderlo in auto (che esponeva un tagliando di assicurazione falso) cera Menale, anch’egli arrestato. Ai due erano stati sequestrati anche 850 euro in contanti.