Incidenti stradali, nuovo allarme dell’Aifvs

di Antonio Arduino

 AVERSA. “Schianto con la moto, muore 15enne”. Questo l’ennesimo titolo che annuncia l’ennesima vittima della strada: un giovane che ha perso la vita nel giorno del sabato santo.

“I morti per incidenti stradali sono cinquemila ogni anno. Praticamente quanti sono gli abitanti di uno dei tanti paesini sparsi nel casertano. E con i morti siamo costretti a contare 300mila feriti ed oltre 20mila disabili gravi prodotti da una sorta di guerra non dichiarata”. A dare questi numeri è Biagio Ciaramella, responsabile della sezione Aversa e Agro dell’Associazione Italiana Familiari della Vittime della Strada che, con una nota trasmessa alla stampa, ancora una volta prova a richiamare l’attenzione di quanti hanno il compito di sorvegliare le strade italiane sull’importanza della prevenzione. A dare spunto all’ennesimo intervento di Ciaramella che ha toccato con mano il dolore e la disperazione di chi perde un figlio per un incidente stradale rimasto anche impunito, come quasi sempre succede, è la replica del comandante della polizia municipale aversana ad una sua precisa richiesta.

“La risposta data all’articolo apparso sulla stampa locale conseguente ad un comunicato dell’Aifvs in cui si chiedeva di intensificare il controllo sul rispetto della segnaletica stradale che vieta la sosta sulla carreggiata in arterie, come viale Kennedy, intensamente trafficate in entrambi i sensi, dal momento che questo provoca restringimento della carreggiata stessa, creando situazioni di potenziale pericolo mi lascia perplesso” scrive Ciaramella.

“Senza intendere sollevare alcuna polemica, sono obbligato a fare rilevare che il comandante ha rivolto la sua attenzione al significato di una foto allegata all’articolo e non al contenuto. Di conseguenza non ha dato risposta alla domanda posta dall’Aifvs che segnalava la mancata elevazione di verbali (verificata, per più giorni consecutivi, dagli aderenti all’associazione) alle automobili lasciate in sosta su strade come viale Kennedy e via Belvedere, altezza del bar Due Pini, esattamente nel punto in cui la strada si biforca in via D’Acquisto e via Giotto, cosa che l’associazione considera un potenziale pericolo per veicoli e pedoni”.

“Riteniamo – continua la nota – evidente per tutti che la presenza di veicoli in sosta sulla carreggiata ne riduca l’ampiezza creando condizioni di pericolo. Di conseguenza la considerazione espressa dal comandante che “non sono stati documentati incidenti stradali connessi alla sosta” e che “il Comando si preoccupa di fare un costante monitoraggio dei sinistri stradali per identificare i potenziali motivi strutturali che incidono sulla sicurezza e lavorare per risolverli” non può soddisfare l’Aifvs”.

“L’associazione –sottolinea Ciaramella – punta sulla prevenzione e non sulla correzione di eventuali “motivi strutturali che incidono sulla sicurezza” giacché l’azione di correzione verrebbe effettuata solo dopo che gli incidenti fossero già avvenuti”.

“Omettendo di rispondere alla nostra richiesta, volta – ribadisce il responsabile dell’Aifvs – a sollecitare il Comando ad intensificare i controlli tesi a liberare le arterie da autovetture lasciate in sosta irregolare, il responsabile della polizia municipale ha dimostrato di voler glissare il problema. Meglio avrebbe fatto a fornire i dati numerici delle contravvenzioni elevate alle auto in sosta irregolare su viale Kennedy e su tutte le altre strade in cui esiste un divieto di sosta e di fermata”.

“Il parlamento Europeo – continua Ciaramella – ha chiesto all’Italia di ridurre del 40% in dieci anni i numeri delle vittime della strada. A questo non solo Aversa, ma lo Stato Italiano ha risposto con un sempre calante presidio del territorio e con un grave ritardo nell’adeguamento degli organici delle forze dell’ordine e delle norme del Codice della strada”.

“Purtroppo – ricorda – dopo ogni incidente grave inizia un doloroso ed estenuante iter legale che dovrebbe portare alla individuazione delle responsabilità, alla punizione dei responsabili con pene commisurate alla gravità dei loro reati e ad assicurare alle vittime o ai loro familiari un risarcimento equo. Ma anche in questo campo l’Italia si distingue negativamente dal resto d’Europa, con una giustizia lenta ed approssimativa, che calpesta continuamente la dignità dell’uomo e quei valori che la nostra costituzione dovrebbe tutelare”.

“I problemi della sicurezza stradale e della giustizia riguardano tutti, nessuno escluso. Ma – conclude Ciaramella – sembra che se ne debba prendere coscienza solo dopo esserne rimasti vittima in prima persona”.

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