CASTEL VOLTURNO. La questione delle dimissioni prima non valide, poi valide, dei consiglieri Anastasia Petrella e Antonio Leone tiene accesi i riflettori sul Consiglio comunale di Castel Volturno.
Le dimissioni dei due consiglieri di LiberaMente, – spiega una nota allora in gruppo ancora col consigliere oggi in quota Pdl, Umberto Sementini, furono presentate in data 13 gennaio 2011 per scelta politica in piena coerenza con la decisione presa a fine novembre 2010 dallintera lista di ritirarsi dallimpegno diretto nellamministrazione, come atto di denuncia politica dinanzi a una colossale indagine che vedeva coinvolti amministratori, funzionari e dirigenti e Vigili urbani del Comune di Castel Volturno. Le dimissioni il giorno successivo furono dichiarate tuttavia irricevibili dal presidente del Consiglio comunale, Giovanni Milone, che sollevava chiaro vizio di forma nella loro presentazione. Per ulteriore scelta politica i due consiglieri rimasero in carica, svolgendo appieno il loro ruolo ed esercitando le funzioni che a loro competono in seno al Consiglio comunale. Dopo più di due mesi, simultaneamente alle difficoltà di una maggioranza consiliare risicata a soli 11 membri, le dimissioni ritornano e sono dichiarate valide dal segretario comunale, che pertanto invita il presidente del Consiglio comunale a procedere con la loro surroga. Al contempo, il primo dei non eletti della stessa lista, Giovanni Arpino, dichiara la propria adesione alla maggioranza ancor prima di diventare Consigliere e di insediarsi. I consiglieri Petrella e Leone per auto-tutelarsi procedono quindi a chiarire con la documentazione necessaria tutti i passaggi in virtù dei quali non erano decaduti dalla carica, ma dalla documentazione ricevuta emergono chiaramente delle possibili inadempienze in virtù delle quali, ai fini di tutelare il Consiglio comunale tutto, procedono con un esposto-denuncia inviandolo al Prefetto di Caserta e al Comando stazione Carabinieri di Castel Volturno per ulteriori chiarimenti, anche in collaborazione con tutta lopposizione.
È evidente che il nostro interesse dichiarano i consiglieri è innanzitutto chiarire la legittimità delle nostre cariche, dunque del Consiglio comunale di cui siamo parte. I nostri esposti sono tesi a far chiarezza su questa vicenda alquanto anomala e per la quale, sia chiaro, in nessun caso abbiamo accusato alcuno, sia essa persona fisica o organo istituzionale, se non evidenziato ipotetiche inadempienze. Tuttavia sollevare la questione appare alquanto strumentale, per i tempi ormai oltre i 70 giorni, e per le modalità, dal momento che non vè un ricorso da parte di un candidato ipoteticamente in diritto di subentrare nella carica, ma un atto monocratico, che lo stesso presidente del Consiglio comunale ritiene non ricevibile. La richiesta inoltre da parte della maggioranza di procedere alle nostre surroghe, ancorché nulla è chiarito in merito, cosa questa che ci ha portato a diffidare gli interessati al procedimento dalladottare ogni atto prima che siano gli organi superiori a chiarire la correttezza delle procedure, è un chiaro segno di come per sopravvivere sia necessario, per questa maggioranza, ridurre il numero di oppositori politici, che con lealtà si oppongono alla gestione Scalzone, affinché più graditi consiglieri, da cui prendiamo totalmente le distanze, la sostengano. Il caso Sementini ne è lesempio più chiaro.