GRICIGNANO. Si inizia quasi all’alba, dalle 6.45, per finire in serata, festivi compresi. Parliamo dei continui, inutili, assordanti ed interminabili rintocchi di campane che quotidianamente vengono diffusi dalla chiesa di Sant’Andrea Apostolo.
Un “calvario” che va avanti da anni per i residenti del centro storico di Gricignano, in particolare quelli di piazza Municipio, via Casolla e corso Umberto, ovvero le strade situate nelle immediate vicinanze della parrocchia. Per questi cittadini la campana ormai non è più una “tradizione” religiosa da amare, come lo era fino a poco tempo fa, quando, con pochissimi e moderati rintocchi, si indicavano il mezzogiorno, l’imminente inizio di una messa, una festività o la morte di qualcuno. No, oggi quella campana è stata ridotta ad un “fastidio”, necessariamente da eliminare per salvaguardare l’udito ma soprattutto il sistema nervoso.
Che sia un giorno lavorativo, una domenica o un’altra festività, non fa differenza: i residenti sono costretti a svegliarsi prestissimo e, nell’arco della giornata, a subire, con regolare frequenza, una vera e propria tortura che, durante quegli interminabili minuti di “scampanio”, non permette di studiare, lavorare, riposare, guardare un televisore, ascoltare una radioo semplicemente di dialogare. Non permette di far riposare, in piena libertà, un bambino o un anziano. Si è obbligati ad “attendere” che termini quell’inutile confusione, con tutte le conseguenze che può produrre in termini di stress e concentrazione. Tra l’altro, visto che l’effetto non è quello di “indicare” un evento, ma di un “bombardamento acustico”, non è più dato sapere se si tratti di una messa, di una specifica festività, di un avviso funebre o della celebrazione di un esequie. Quindi, confusione nella confusione. Un problema che si acuisce con l’avvento della stagione calda, quando in casa si tengono le finestre aperte che favoriscono ulteriormente “l’irruzione” in casa delle onde sonore.
Ma non è finita. C’è anche la “tromba”, non quella piacevole di Louis Armstrong ma quella probabilmente acquistata da qualche “saponaro” e collocata sul campanile da cui, per tutto il periodo di Natale (quindi circa un mese), vengono “sparate” canzoni natalizie ad altissimo volume. Ci sarebbe da contestare anche la “scaletta” dei brani: oltre agli zampognari, vi sono la sigla del panettone Bauli (“A Natale puoi…”) con qualche intermezzo di Al Bano! Alla fine, quello che potrebbe anche essere accettato come “sottofondo musicale” nel centro storico durante una festività, si rivela solo una massa di “suoni distorti” (proprio come quelli che emettono i furgoncini dei “saponari”) che, dalla mattina alla sera, disturbano la quiete pubblica. Addirittura in alcuni momenti alle canzoni viene aggiunto, in contemporanea, lo scampanio!E ancora abbiamo finito. Ci sono poi Pasqua, con altre “performance”, e il mese di maggio dove ogni sera, puntualmente, viene diffuso il santo rosario, che dura, sottolineiamo, mezz’ora.
Ora, sicuramente, dopo queste righe, ci saranno i soliti che grideranno alla “eresia”, per la serie “questi cattivi che parlano contro la chiesa e il parroco…”. Un po’ come accadde per la vicenda della festa di Santa Lucia. Parliamo di quei simpatici ignoranti, con la “gn” maiuscola, e di qualcuno che difende a tutti i costi l’indifendibile. Perché non parliamo di religione nel senso più nobile del termine. Parliamo di chi dovrebbe professare una religione ma che invece provoca malessere e irritazione in un’intera comunità. Comunità che non viene rispettata, imponendole, con arroganza, un tormento quotidiano. Questa non è religione, questo è inquinamento acustico.
Certo, la legge consente le campane, consente la diffusione sonora, ma sicuramente non a questi livelli. Finora, in tutto questo tempo, nessuno è intervenuto: un po’ per forma di rispetto (verso la Chiesa, più che verso il parroco), un po’ per “timore” (ma di che?!), un po’ perché forse chi se ne doveva interessare dorme in una zona più periferica o è abituato a vivere con i tappi nelle orecchie.
Oggi, finalmente, si sta preparando una denuncia alle autorità preposte (forze dell’ordine, Arpac e Asl) e alla Curia di Aversa. E, nel frattempo, ci si appella alla commissione straordinaria che governa il Comune di Gricignano e al nuovo vescovo della diocesi di Aversa. Diverse sono le sentenze in Italia (una anche della Cassazione) che, in simili circostanze (anche se questa, crediamo, superi ogni limite), hanno visto condannate le parrocchie, anche al pagamento di salate multe, per inquinamento acustico e disturbo della quiete pubblica in quanto l’intensità e la frequenza dei rumori cagionati comprometteva seriamente il riposo e le occupazioni di chi risiedeva nei pressi delle chiese. Intanto…si “scampaneia” a iosa e i nervi, mo ci vuole, vanno a farsi “benedire”.