“Una catena umana contro il nucleare e per l’acqua pubblica”

di Redazione

Giulia CasellaSESSA AURUNCA. “Lo scippo dello strumento referendario, diritto garantito dalla costituzione, è fatto gravissimo che sottrae al popolo italiano la possibilità di esprimersi su questioni, acqua e nucleare, che riguardano la tutela della salute e la volontà di non affidarle alle grasse commesse del capitalismo”.

Lo afferma Giulia Casella, portavoce del comitato referendario aurunco. “Il referendum sul nucleare – spiega – è stato proposto prima della tragedia di Fukushima, quindi non condizionato da una pressione emotiva, soprattutto per chi, come gli abitanti della piana del Garigliano, hanno già vissuto sulla propria pelle i danni prodotti da una centrale nucleare. La proposta di referendum sull’acqua è stata sottoscritta da un milione e mezzo di cittadini e alle manifestazioni per l’acqua bene comune hanno partecipato 400 sindaci di tutta Italia con i gonfaloni. Adesso la parola spetterà alla Cassazione. Quindi la mobilitazione referendaria deve essere mantenuta in piedi e il Comitato referendario aurunco intende fermamente continuare nella sua campagna referendaria”.

Da qui l’organizzazione di una “catena umana contro il nucleare e per l’acqua pubblica” in programma sabato 30 aprile, con raduno alla Porta Cappuccini di Sessa Aurunca, alle ore 10.30. “La manifestazione – sottolinea Casella – è aperta a tutti i cittadini, alle associazioni, ai comitati, ai rappresentanti di categorie varie, purché non vengano esibiti simboli di partiti affinché l’iniziativa non diventi occasione di propaganda elettorale”.

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