TEVEROLA. Linaugurazione dellassociazione Anes, domenica 3 aprile, nei locali della casa comunale, si è rivelata un successo, vista la grande partecipazione registrata.
Gli interventi degli esperti che fanno parte dei progetti attivi nella nostra sede spiega la presidente Maria Liccardo hanno dato un riscontro positivo, suscitando varie curiosità. Mi ritengo soddisfatta perché il popolo di Teverola ha risposto positivamente allevento. Mi sono emozionata perché non mi aspettavo tanta solidarietà e non sono riuscita a comunicare il mio pensiero. Vorrei farlo adesso dalle colonne di Pupia Tv. Oltre ai ringraziamenti fatti allamministrazione comunale, capeggiata da sindaco Biagio Lusini, che crede nel nostro progetto e al nostro lavoro, come testimonia la concessione della sede, non sono riuscita a dire che sono orgogliosa di vestire i panni di massimo rappresentante dellAnes che si pone lobiettivo del superamento del concetto di disabilità perché la stessa non è altro che un elemento connaturato con il genere umano. Crediamo fermamente nei nostri propositi che possono diventare realtà soltanto con lintervento di tutti: un piano condiviso che può alleviare anche le difficoltà delle famiglie dei ragazzi diversamente abili. E per questo che devo sottolineare il ruolo fondamentale che rivestono i volontari senza i quali tutto questo non sarebbe stato possibile. Un grazie a tutti coloro che, intervenendo allinaugurazione, hanno voluto testimoniare solidarietà e stima, ma soprattutto voglia di un mondo migliore dove ai più deboli sia assicurato uno spazio legittimo e dignitoso.
Termino il mio pensiero conclude Liccardo con unosservazione con cui non voglio urtare la suscettibilità di nessuno, ossia che lassociazione si occupa dei disagi che i diversamente abili si trovano ad affrontare tutti i giorni. Non ci siamo preoccupati, durante linaugurazione, del colore politico degli ospiti. Il nostro è un lavoro esclusivamente rivolto allintera comunità. Io sono mamma di un ragazzo diversamente abile e non permetterei mai a nessuno di strumentalizzare mio figlio per scopi politici.