AVERSA. Credo proprio che stiamo superando ogni limite. Incredibilmente siamo uno contro laltro armati e senza ritegno e contegno. Provo quasi un senso di vergogna a essere oggi un esponente politico locale.
Michele Galluccio, consigliere comunale del Popolo della Libertà ed ex capogruppo consiliare di Alleanza Nazionale, si dichiara disgustato di questa sorta di pazzia collettiva che ha contagiato numerosi esponenti della politica aversana. Fino ad un certo punto dice si è parlato di politica, di rimpasto, ma, ad un tratto, qualcosa si è rotto e molti di noi hanno iniziato a scambiarsi accuse personali. Sugli organi di informazione abbiamo letto non più ipotesi politiche, ragionamenti per il bene della città, ma solo accuse personali fine a se stesse.
Un quadro oscuro dal quale la politica aversana non esce certamente bene, continua lesponente pidiellino che era in predicato per entrare in giunta e, quando ha capito che la cosa non sarebbe avvenuta, non si è strappato i capelli, almeno in pubblico, al contrario di altri pidiellini che hanno continuato e continuano una guerra non si è capito contro chi o che cosa, come se la poltrona da assessore gli fosse stata lasciata in eredità da qualche parente.
Insomma, con il sindaco che, per lennesima volta, la terza in poche settimane, ritorna in ospedale, i suoi consiglieri e assessori del grande arcipelago della Libertà non trovano niente di meglio che accapigliarsi con accuse che, in certi casi, precipitano anche nella diffamazione. Da qui lappello di Galluccio: Chiedo a tutti i colleghi, a vario titolo, della maggioranza di centrodestra di non rilasciare dichiarazioni alla stampa se non legate strettamente allattività amministrativa. Ai giornalisti chiedo di non raccogliere e amplificare quelle che sono spesso solo pettegolezzi. Unaffermazione, questultima, vera sino ad un certo punto, se si considera che feroci battibecchi tra assessori di una stessa giunta non possono non essere raccolti e resi pubblici.
Piuttosto, a questo punto, i vertici del Popolo della Libertà dovranno verificare, una volta per tutte, se ci sono ancora gli estremi (non solo i numeri, ma anche le condizioni di fatto) per continuare ad andare avanti e concludere in gloria questo secondo mandato che gli aversani gli hanno affidato o, nel caso in cui accertino che il giocattolo si è definitivamente rotto, andare tutti a casa per buona pace della comunità.