Maggioranza, Santulli suona il campanello d’allarme

di Redazione

Paolo SantulliAVERSA. “Se dovessimo verificare che non ci sono sbocchi, non ci sono le possibilità di realizzare quanto concordato con il sindaco quando abbiamo deciso di dare il nostro apporto alla maggioranza tireremo le somme e adotteremo le decisioni consequenziali e responsabili”.

E’ un vero e proprio campanello d’allarme quello che suona il capogruppo consiliare del Gruppo Unico delle Autonomie Paolo Santulli. L’ex parlamentare, ad una precisa domanda sull’immobilismo in atto nell’attuale maggioranza, divisa e percorsa da veti incrociati, soprattutto a livello del partito di maggioranza relativa, prima ha tentato di fornire una risposta-giustificazione in politichese. Poi, la sua onestà intellettuale ha avuto il sopravvento con l’ammissione che qualche preoccupazione c’è “e ne abbiamo già fatto partecipi gli alleati in sede di interpartitico”.

“I ritardi in questo nostro crono programma – ha proseguito Santulli – sono dovuti alle condizioni di salute di Ciaramella, ma anche e soprattutto alle fibrillazioni in seno alle forze politiche che compongono la coalizione e tra le forze politiche stesse”.

Come fare per superare questa impasse che si è determinata e che rischia di far terminare qui la consiliatura, considerato che mancano oramai una decina di mesi alla naturale scadenza? Anche qui Santulli sembra avere le idee chiare e di essere realista. Non a caso afferma: “Oggi ci sono troppe macerie ad ingombrare il campo. Si è detto troppo e ci sono state troppe frizioni. Proprio per questo credo sia difficile far scomparire tutto questo con un solo colpo di spugna. Sembra quasi che il processo amministrativo si sia arrugginito. Ed è proprio questo il motivo principale che ci ha indotto ad interrogarci al nostro interno e a porre la vicenda sul tappeto in occasione dell’ultimo incontro interpartitico”.

Ovvia la conclusione: “Siamo entrati in questa maggioranza, abbiamo condiviso con il sindaco un’ipotesi di percorso che portasse soprattutto a dare risposte ai problemi reali dei cittadini (vedi, ad esempio, il regolamento edilizio la cui vetustà porta anche le forze dell’ordine a chiudere negozi con danni ingenti all’imprenditoria e all’occupazione cittadina). Nel momento in cui intuiremo che il nostro apporto è inutile per il raggiungimento degli obiettivi che ci siamo prefissati ne trarremo le conseguenze”.

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