Una tragedia colpisce il Giro d’Italia. Il ciclista belga Wouter Weylandt, 25 anni, del team Leopard-Trek, è morto a seguito delle lesioni riportate in una caduta durante la discesa dal Passo del Bocco, mentre si disputava la terza tappa Reggio Emilia-Rapallo di 173 chilometri.
Inutile il tentativo, durato 40 minuti, di rianimarlo sul posto: troppo gravi le ferite, ossia le fratture della base base cranica e frontale abbastanza estesa e il massiccio facciale che era fortemente compromesso. I sanitari del 118, giunti anche con un elicottero, gli hanno praticato iniezioni di adrenalina e atropina per far ripartire il cuore, ma non c’è stato nulla da fare.
Nel frattempo, gli altri ciclisti, ignari dell’accaduto, proseguivano la corsa, vinta poi dallo spagnolo Vicioso in volata su un gruppetto di ciclisti con i quali era andato in fuga. La tappa non è stata annullata, anche perché il decesso è avvenuto dopo la sua conclusione, mentre non si è tenuta la cerimonia di premiazione.
Secondo una prima ricostruzione, Weylandt avrebbe perso l’equilibrio dopo un tornante della discesa, ha provato a frenare, come testimonia la scia nera lasciata sull’asfalto, poi un pedale ha impattato contro un muretto basso e la bici si è impennata, producendo un effetto “elastico” che ha scaraventato il giovane ciclista ad una ventina di metri. Nel cadere al suolo, Weylandt ha picchiato durante la testa.
Sarebbe diventato papà a settembre, la sua compagna infatti aspettava un bambino. E’ il quarto corridore che muore in corsa nella storia del Giro dopo Orfeo Ponsin (1952), Juan Manuel Santisteban (1976) ed Emilio Ravasio (1986).
Era nato il 27 settembre 1984 a Gand e quasi esattamente un anno fa, il 10 maggio 2010, aveva vinto una tappa del Giro d’Italia: la terza, proprio come la Reggio Emilia-Rapallo di quel Giro che oggi gli è stato fatale. Diventato ciclista professionista nel 2005 con la Quick Step, Weylandt era un buon velocista e in carriera aveva vinto alcune tappe, tra cui la terza frazione ed ultima del Giro d’Italia dello scorso anno in terra olandese. Quest’anno il passaggio alla Leopard-Trek e al Giro era stato iscritto per prendere il posto del compagno di squadra Daniele Bennati, impossibilitato a partecipare per una caduta. Ultimo successo del 2010, e di una carriera da onesto gregario, la Mons-Tournai, quarta tappa del Circuito franco- belga. Tre giorni fa l’ultimo post su Twitter: “Domani inizia il vero Giro. I polmoni e le gambe sono pronti per i 3.496 km”.
In Belgio la notizia ha messo sotto schock l’ambiente sportivo, e non solo. “Non ci sono parole per una situazione del genere”, ha detto il ministro fiammingo allo sport Philippe Muyters, che ha rivolto le sue condoglianze alla famiglia, agli amici e alla squadra dell’atleta, la Leopard Track.
“Addio Wouter, tu eri unico”. Questa la scritta che compare sulla home page del sito ufficiale di Weylandt. “Oggi scompare tutto davanti a questa notizia. Non esistono parole per descrivere questo dramma”, si legge ancora sopra una grande foto del giovane velocista belga in tenuta da gara. “Tanta forza a tutti quelli che ti erano affezionati”, conclude il messaggio. Cliccando si accede alla pagine di Facebook di Weylandt, dove ognuno – si legge ancora – può lasciare un suo ricordo.