ROMA.“Io Berlusconi lo conosco bene, per questo ritengo sia doveroso contrastarne alcune sue pulsioni”.
Non fa sconto alcuno all’ex alleato il presidente della Camera Gianfranco Fini, nel corso della registrazione dell’ultima puntata del programma di Lucia Annunziata Potere, che andrà in onda lunedì sera su Raitre. Per il leader Fli, il presidente del Consiglio “non diventerà mai presidente della Repubblica perché nel prossimo Parlamento, nonostante responsabili e disponibili di varia natura e nonostante qualsiasi legge elettorale vorrà inventarsi, non avrà la maggioranza”.
Fini ritiene inoltre che il berlusconismo sia “in fase di superamento” anche se il premier, è l’attacco del presidente della Camera, “non vuole rassegnarsi”. Nessun pentimento dunque per la rottura di un anno fa con il leader del Pdl: Fini è convinto che Berlusconi sia un politico “allergico” alle regole e ai contrappesi della democrazia ma che non possa comunque essere paragonato a Benito Mussolini. Ospite della Annunziata, infatti, il leader Fli rifiuta il paragone proposto dalla giornalista: “Non dica sciocchezze, non faccia offese alla sua intelligenza. Mussolini appartiene a un’altra epoca, instaurò una dittatura. Berlusconi non c’entra nulla: è un uomo politico che accetta le regole della democrazia, magari le vuole piegare un po’ troppo al proprio tornaconto ma ha un consenso popolare. Non è un antidemocratico, né tantomeno un aspirante dittatore”.
Tuttavia, ha sottolineato Fini, “Berlusconi vorrebbe esercitare il suo potere senza alcun tipo di contrappeso» e questa è «una visione poco rispettosa della Costituzione. È allergico a ogni contrappeso, non conosce il dibattito in un partito, il contrasto, il voto in un partito. Ha uno spasmodico bisogno di sentirsi amato e quando non riesce a riempire di fatti le tante promesse finisce per avere bisogno di un nemico. Una volta il comunismo, una volta l’alleato infedele, il complotto internazionale, la magistratura politicizzata”.
Per il presidente della Camera, inoltre, il premier oggi “non è giustizialista perché è plurimputato” anche se “nel ’94”, anno della discesa in campo del Cavaliere, “gli accenti giustizialisti” nella campagna del futuro capo del governo “c’erano e come”. Quanto alle accuse di Berlusconi di un patto tra Fini e i pm, il presidente della Camera torna a smentirle, apostrofandole come una “colossale panzana”. “Non c’è astio tra me e Berlusconi. – ribadisce il leader dei futuristi – Io non sopporto le colossali bugie come quando lui dice ‘Fini se ne è andato’. E l’altra colossale panzana di un patto tra me e i magistrati”.