NAPOLI. Oltre duemila persone hanno partecipato alle esequie di Carmela Rea, svoltesi alle 15 nella chiesa di Santa Maria del Pozzo, a Somma Vesuviana. In prima fila cerano i genitori della vittima, il fratello Michele e il marito, Salvatore Parolisi.
Assente la piccola Vittoria, la bambina di un anno e mezzo, che non ha ancora appreso la notizia della morte della madre. Tra i familiari della vittima, papà Gennaro Rea e mamma Vittoria, e il marito di Melania, non ci sono stati sguardi, né alcuna parola di compassione, neppure un cenno con il capo. Troppa freddezza per una famiglia che si è sempre definita unita fin dal primo giorno. A celebrare il rito è stato don Lino Onofrio e quando il rito funebre si è concluso un cugino di Melania ha letto una lettera scritta dal padre, Gennaro Rea, dal pulpito della chiesa di Santa Maria del Pozzo. Ci hai lasciato in un grande dolore, e in un vuoto indescrivibile. Si cercano risposte a tanti perché. Melania è stata portata via da un destino crudele che l’ha strappata con violenza inaudita ai suoi affetti. Niente sarà più come prima. La speranza è che adesso Melania continuerà a vegliare su di noi, sulla sua figlioletta Vittoria anche dall’alto dei cieli.
Dopo le esequie la bara, issata in spalla da quattro uomini, è stata salutata da un lungo applauso. Uno dei quattro era il fratello di Melania, gli altri tre un cugino e due amici. Quasi alla fine, sorretto da un parente e barcollante, occhiali scuri in volto è uscito Salvatore singhiozzando. Nel tempio c’erano anche i colleghi del marito della vittima, una delegazione di una decina di militari del 235° Rav Piceno, gli amici, i familiari, gente comune: proprio davanti al portone d’ingresso, la corona del ’35° Rav’ di Ascoli Piceno. E poi quella dell’amministrazione comunale di Folignano e di Somma Vesuviana, paese dove era nata Melania.
Salvatore Parolisi si è poi intrattenuto brevemente con i commilitoni del 235esimo Rav Piceno ed è uscito dalla chiesa sorretto dal fratello e dalla sorella. Il marito diMelania Rea, la 29enne di Somma Vesuvianascomparsa il 18 aprile a Colle San Marco di Ascoli Piceno, e ritrovata morta due giorni dopo a Ripe di Civitella, nel teramano, caporalmaggiore dell’Esercito, originario di Frattamaggiore (Napoli) e in servizio al 235/o Reggimento Piceno, è entrato nella chiesa di Santa Maria del Pozzo, a Somma Vesuviana, esi è inginocchiato davanti alla bara posta al centro della navata.
Il 30enne militare, sorretto da un amico, si è inginocchiato in lacrime soffermandosi alcuni minuti davanti alla bara, poi si è seduto in prima fila dove amici e familiari lo hanno abbracciato per porgergli le condoglianze. Un’ora prima dell’inizio dei funerali di Melania Rea la chiesa di Santa Maria del Pozzo a Somma vesuviana è già piena di fedeli. Anche nel piazzale antistante sono in attesa di entrare 200 persone. Per disciplinare l’afflusso in chiesa i vigili urbani hanno addirittura organizzato percorsi obbligati fin dall’inizio del paese.
Si tratta della stessa chiesa dove la giovane fece la comunione e si sposò tre anni fa con Parolisi. La bara di legno chiaro di Melania, collocata davanti allaltare, al centro della navata. Davanti è stata posta una sua fotografia nella quale compare in primo piano. Sul pavimento è adagiata una lastra di marmo a forma di libro sulla quale è stata incisa la poesia che gli zii materni hanno dedicato alla giovane immaginando che lei parli alla figlioletta Vittoria, di 18 mesi (Non puoi vedermi ma io sono la luce con cui tu vedi ). Sul sagrato sono stati adagiati numerosissime corone e cuscini di fiori. Da poco è stata portata una composizione nella quale campeggiano cinque girasoli con un nastro su cui è scritto Il marito e la figlia Vittoria. Su un fascio di fiori collocato davanti alla chiesa, un foglio con un messaggio firmato da Liliana, una giovane concittadina, sul quale è scritto: Alzo gli occhi al cielo e vedo troppi angeli, Yara, Sarah, Melania, due bambine e una giovane mamma senza un perché.