Libia, intesa Pdl-Lega

di Redazione

Berlusconi-BossiROMA. Tempi certi da comunicare al Parlamento per concludere le azioni militari, in accordo con le organizzazioni internazionali e gli alleati, e razionalizzazione delle missioni internazionali cui l’Italia partecipa per evitare ulteriori aumenti della pressione fiscale.

Sono queste le due novità principali contenute nella mozione di maggioranza (firmata da Cicchitto, Reguzzoni e Sardelli) messa a punto in mattinata a Palazzo Chigi. “Si è trovata l’intesa tra il Pdl e la Lega su alcune modifiche al testo della mozione della Lega”, ha dichiarato Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl. “Si sono così create le condizioni per una mozione comune dei gruppi del Pdl, della Lega e dei Responsabili. In questo modo la maggioranza ha ritrovato una piena intesa anche sulla politica estera”. “Abbiamo trovato un accordo nella maggioranza”, ha spiegato Marco Reguzzoni, capogruppo alla Camera della Lega, aggiungendo che “l’accordo è stato considerato soddisfacente per il mio partito”. La Camera voterà le mozioni sulla Libia mercoledì. Alle 13 inizieranno le dichiarazioni di voto in diretta televisiva e a seguire l’aula si esprimerà sui diversi testi. La discussione è prevista invece per martedì sera.

TESTO. Questo il testo della mozione:
– “Intraprendere immediatamente una decisa e forte azione politica sul piano internazionale finalizzata a una soluzione, per via diplomatica, della crisi libica che ristabilisca condizioni di stabilità, pace e rispetto dei diritti umani ponendo fine alla fase militare e ai bombardamenti
– escludere, per il futuro, qualunque nostra partecipazione ad azioni di terra sul suolo libico
– in accordo con le organizzazioni internazionali e i Paesi alleati fissare un termine temporale certo, da comunicare al Parlamento, entro cui concludere le azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico, che comunque debbono attuarsi nel pieno rispetto dell’articolo 11 della Costituzione ed esclusivamente come strumento di difesa ad atti ostili, reali, concreti e attuali rivolti contro i nostri veivoli ovvero contro la popolazione civile e in condizioni di assoluta sicurezza per la popolazione civile stessa e per i nostri operatori
– non determinare ulteriori aumenti della pressione tributaria finalizzati al finanziamento della missione
– dare esecuzione al piano di razionalizzazione delle missioni già in corso, da attuarsi, in accordo con le organizzazioni internazionali e i Paesi alleati, attraverso una graduale e concordata riduzione degli impegni del nostro Paese
– intraprendere ogni iniziativa finalizzata al superamento delle criticità conseguenti alla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea
– confermare gli impegni internazionali dell’Italia e a dare piena attuazione alla risoluzione n. 600071 promuovendo il reale concorso di tutti i Paesi alleati rispetto all’ondate migratorie in essere, all’asilo dei profughi e al contrasto dell’immigrazione irregolare”.

LA RUSSA.Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, precisa sulle missioni in corso: “C’è un impegno da tempo, preso anche con l’accordo del presidente della Repubblica nell’ultimo Consiglio supremo di difesa, di ridurre gradualmente le missioni, con l’accordo delle organizzazioni internazionali, quindi mai unilateralmente”. Del resto, ha spiegato il ministro, si sa già che ci sarà una riduzione della presenza italiana “in Afghanistan dal 2012 e in Libano dove vogliamo che gli spagnoli abbiano più soldati di noi visto che hanno il comando e anche in Kosovo è prevista una graduale riduzione sino a zero nei prossimi mesi”. La Russa spiega inoltre che si sta “ancora lavorando” alla mozione, e tra i punti da limare c’è anche la copertura finanziaria dell’intervento in Libia.

OPPOSIZIONE.Commento negativo sull’accordo da parte delle opposizioni. Massimo D’Alema aveva previsto “un documento pasticciato per accontentare tutti”. Secondo il terzo polo si è assistito a una “umiliante pantomima tra Bossi e Berlusconi con un compromesso sui tempi della missione che fa perdere ulteriormente credibilità all’Italia di fronte alla Nato e all’Onu”.

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