Napolitano incontra Abu Mazen: “Ambiasciata palestinese in Italia”

di Emma Zampella

Giorgio Napolitano Abu MazenGERUSALEMME. Positivo il bilancio dell’incontro del Presidente del Consiglio, Giorgio Napolitano, con il massimo dirigente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, avvenuto a Gerusalemme nel corso della visita di due giorni ad Israele.

“A nome del governo, annuncio la elevazione della delegazione al rango di missione diplomatica, e al rango di ambasciatore del rappresentante” ha dichiarato il Presidente Napolitano e ha poi aggiunto dopo un lungo applauso: “Un altro regalo che ci fa l’Italia. Un passo che avviene, precisa il Capo dello Stato, in piena amicizia con Israele. Siamo sempre fortemente impegnati per la costruzione della pace tra lo stato ebraico e i palestinesi secondo la formula due popoli due Stati. Una formula che è stata riconosciuta dal governo israeliano ed ora si tratta di farne discenderne una serie di accordi che portino a questa realizzazione”. E ha aggiunto: “Ci auguriamo che i prossimi mesi siano fecondi per il rilancio della prospettiva negoziale perchè ancora prima di settembre, conta di riaccendere a maggio, a giugno e in estate il clima di dialogo”.

Napolitano ha poi spostato l’attenzione sulla questione libica, esponendo così la posizione dell’Italia in merito alla guerra in corso: “L’Italia prenderà in considerazione la disponibilità delle forze fedeli a Gheddafi per un cessate il fuoco se tali disponibilità nuovamente annunciate saranno seguite dai fatti. Non è certamente la prima volta che le Nazioni Unite chiedono il cessate il fuoco. Anzi, nella prima risoluzione avevano chiesto tassativamente al colonnello Gheddafi di astenersi da azioni militari volte a reprimere la protesta popolare. Poi c’è stato qualche annuncio da parte di Gheddafi di disponibilità a cessare il fuoco, ma queste dichiarazioni non sono state mai seguite dai fatti”. E ha aggiunto: “Se lo saranno, naturalmente, ne terranno conto tutte le parti in causa, comprese quelle che hanno risposto all’appello della Risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza per adottare la “no fly zone” e tutte le misure necessarie per proteggere la popolazione civile, le cui espressioni politicamente più significative di contestazione sono state ferocemente represse fino a oggi dalle forze fedeli a Gheddafi”.

Il presidente israeliano Abu Mazen, soddisfatto ed inorgoglito dal discorso del presidente della repubblica, ha sottolineato le possibilità di dialogo con gli israeliani chiedendo che cessi la politica degli insediamenti: “Gli insediamenti israeliani impediscono che si possano cogliere le attuali occasioni di pace perché il governo israeliano capisca che il popolo palestinese non può sparire e che si è presentata una soluzione storica”. Mentre quanto agli americani, Abu Mazen ritiene che Washington deve “spingere in avanti il negoziato sulla base della road map, dell’iniziativa araba di pace e della dichiarazione del Quartetto. Queste sono le basi da cui bisogna partire, come il ritorno ai confini del 1977, e la cessazione degli insediamenti. Il tempo che abbiamo davanti è molto breve, ma ce ne è a sufficienza per riprendere il negoziato su queste basi”. “Quanto all’Italia, la decisione di oggi si pone nella scia di una profonda amicizia dimostrata con gesti che non potremo mai dimenticare, come la dichiarazione di Venezia del 1980 è il modo in cui le forze armate italiane tutelarono i campi profughi nel Libano nel 1982. Del resto, ha aggiunto Abu Mazen rivolgendosi a Napolitano, anche voi italiani avete conosciuto le occupazione straniere, sapete cosa vuol dire”.

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