SANTA MARIA CV. Il senatore Giuliano non deve affannarsi ad avviare l’iter per la mia espulsione dal partito, lascio il Pdl.
Così esordisce Dario Mattucci, ex candidato sindaco di Santa Maria Capua Vetere e ora in campo per sostenere la candidatura di Biagio Maria Di Muro. Accanto a lui in conferenza stampa Andrea Martusciello di Casapulla, Pasquale Carusone di Bellona, Mattia di Lorenzo di Carinola, Lello Porfidia di Recale, Raffaele De Rosa di Arienzo, Goffredo Gaetani D’Aragona di Piedimonte Matese e Pasquale Cioffi di Macerata Campania, tutti esponenti del PdL che hanno recentemente abbandonato il partito o che sono in procinto di farlo. A testimoniare un malessere generale.
Rimetto nelle mani del PdL gli incarichi che ricopro, ossia quello di componente dell’esecutivo provinciale, presidente provinciale di Giovane Italia e componente della direzione regionale della Giovane Italia. Lo faccio per responsabilità, perchè la scelta adottata dal partito a Santa Maria va contro il simbolo del PdL. In città il popolo della Libertà è diventato il partito dell’odio e del rancore, aveva già perso con il ribaltone la sua identificazione culturale perchè non rappresentava più centrodestra in città. La diffusione in queste ore di volantini anonimi e diffamatori nei miei confronti testimonia poi la bontà dell’operazione che ha portato all’alleanza con il candidato sindaco Di Muro.
L’ex candidato sindaco spiega le ragioni della scelta finalizzata all’apparentamento. Il nostro progetto di rinnovamento è stato salutato con favore da oltre 3mila persone. Al ballottaggio non potevamo astenerci, non è nostro costume lavarcene le mani. Bisogna sempre prendere una decisione. La scelta dell’apparentamento è stata impopolare ma coerente con il nostro percorso di rinnovamento contro coloro che hanno disamministrato negli ultimi anni. Si parla di 20 anni fa, ma nessuno si sofferma sui disservizi che sono stati creati in questi 20 anni. E’ per bloccarli che abbiamo creato un patto di salute pubblica.
Mattucci torna poi a parlare del PdL. Il ribaltone era stato già un atto ignobile nei confronti degli elettori. Ho speso per il partito 17 anni della mia vita e vedere l’altro giorno un ex consigliere con cui ho condiviso un lungo percorso politico scaricare dalla sua auto volantini anonimi contro di me fa male sul piano umano. Questo è il PdL locale: odio e rancore. Questo è il motivo per cui vado via e se l’atteggiamento non cambierà radicamente andranno via anche tutti gli altri.