“Primavera Succivese”, video-intervista ad Antonio Tinto

di Redazione

Antonio TintoSUCCIVO. Video-intervista all’avvocato Antonio Tinto, candidato sindaco della lista “Primavera Succivese”.

Questo, in sintesi, il pensiero di Tinto e della sua coalizione civica: “Ormai manca poco al voto per il rinnovo del consiglio comunale e voglio rivolgere un appello a tutti i cittadini succivesi per sostenere e votare la nostra lista ‘Primavera Succivese’ permettendoci di governare con una maggioranza compatta e coesa. Ciò con l’entusiasmo e la speranza di cambiare la gestione e la rappresentatività al comune di Succivo.

Mi candido affinché si crei una Macchina Comunale efficiente che si interessi adeguatamente di assetto del territorio, di politiche giovanili, sociali, culturali, sanità, che garantisca sicurezza, legalità e occupazione. Tutto ciò perché non credo alla politica di mestiere, ma in quella al servizio della comunità, quella politica fatta di democrazia valoriale affidata ai cittadini, i quali hanno diritto di capire, ascoltare, vedere e giudicare costantemente l’operato dei proprio Amministratori.

Sono convinto che soltanto con umiltà, volontà e impegno possono essere affrontate e magari risolte le molteplici problematiche esistenti nel nostro paese per vivere una città diversa, dinamica, capace di accogliere e non di respingere le aspirazioni dei suoi cittadini e dare risposte concrete a bisogni e necessità. Le istituzioni appaiono ai giovani distanti ed incapaci di risolvere i problemi, tutto questo porta ad una triste e drammatica decisione: il distaccamento dalla vita politica quotidiana. I giovani hanno rinunciato a credere negli ideali, quegli ideali che hanno accompagnato le generazioni precedenti e che hanno portato ad avere fiducia in loro stessi, si sono ormai abituati ad utilizzare di frequente luoghi comuni del tipo ‘ politici sono tutti ladri e corrotti’ vedendo la politica come una cosa che non gli appartiene e che non va vissuta attivamente. Bisogna rassegnarsi a questo? Io penso proprio di no.

Int. Antonio Tinto – VIDEO

La strada da percorrere, per invertire la rotta, non è facile. Ma, al tempo stesso, non si deve gettare la spugna. Gli strumenti per offrire iniezioni di fiducia alle nuove generazioni ci sono. Basta utilizzarli.

Il primo argomento proposto è quello del recupero del senso della collettività. E’ da qui che bisogna ripartire. Se si comprende l’importanza del proprio rapporto con gli altri e del proprio contributo all’interno della società, si può ritrovare ottimismo anche nell’approccio con il mondo della politica. ‘Collettività’ è una parola che sembra essere sparita dal vocabolario dei giovani. E’ necessario, invece, un tipo d’educazione completamente diverso, che abitui le persone, fin dai primi anni della propria vita, a porsi in relazione con gli altri. Questo è certamente un primo passo per far comprendere, in seguito, l’importanza della politica come strumento di aiuto alla collettività.

Il secondo argomentoè quello della santificazione personale e del proprio lavoro. Che cos’è la politica? Non è altro che un lavoro da svolgere bene, come quello del giornalista, dell’infermiere, del medico o dell’avvocato. Bisogna ricordare che tutte le professioni possono essere svolte in modo corretto, oppure scorretto. Quella del politico presenta esattamente gli stessi rischi di corruzione che possono capitare, sotto forme diverse, a qualunque altro mestiere. Fare bene il proprio lavoro significa irradiare il mondo con una luce nuova, diversa, ottimista, rassicurante. Ragionare in termini pessimistici, dicendo che la politica è una cosa irrimediabilmente perversa e compromessa, non serve a nulla.

Il prodotto di questo ragionamento è semplice. Se i ‘posti’ della politica vengono lasciati tutti alle persone disoneste, non cambierà mai niente. Bisogna, invece, fare uno sforzo e riuscire a penetrare in certi ambienti, senza lasciare a casa il proprio bagaglio di valori e di ideali. Devono essere i giovani a cambiare la politica, e non la politica a cambiare i giovani. L’importante è non lasciarsi scoraggiare di fronte alle prime avversità”.

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