CASERTA. Imilitari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Salerno e della Sezione di Polizia Giudiziaria hanno dato esecuzione a 12 ordinanze di misura cautelare agli arresti domiciliari, emesse dal gip del Tribunale di Salerno, su richiesta avanzata dalla locale Procura della Repubblica.
Tra gli arrestati Rosario Caputo, ex patron della JuveCaserta. Gli altri sono: Castrese Catone, Antonio Della Monica, Raffaele DAndrea, Salvatore DAndrea, Marcello DAndrea, Massimo DAndrea, Giovanni DAndrea, Roberto DAndrea, Vincenzo DAndrea, Raffaele Capasso, Marco Senatore.
Laccusa è di aver commesso nellamministrazione delle società Gds Srl e Cavamarket SpA e nella gestione delle altre società del gruppo Cavamarket/Hdc, in concorso tra loro, più fatti di bancarotta fraudolenta, aggravata dalla rilevante entità del danno patrimoniale. Analogo provvedimento cautelare ha raggiunto Rosario Caputo e Castrese Catone, rispettivamente, presidente del Consiglio di amministrazione e amministratore delegato/consigliere della 2C Spa, con sede a Pastorano (Caserta), ritenuti entrambi responsabili di aver ricoperto un ruolo di rilievo nella realizzazione del piano criminoso.
Punto fondamentale dellindagine, che – tra laltro – ha generato i provvedimenti cautelari, è la cessione in fitto, da parte della Gds, di otto punti vendita di beni alimentari a favore della società 2C Spa (2 unità locali in Cava de Tirreni, una a Scafati, una a Vallo della Lucania, una a Nocera, una ad Ariano Irpino, una a Lioni ed una ad Aversa), in data prossima al fallimento e nella piena consapevolezza dello stato di decozione. Gli accertamenti eseguiti hanno dimostrato che nessuna somma è stata mai corrisposta a fronte dei suddetti fitti di azienda. Sempre in tale contesto la società 2C assumeva alla sue dipendenze le figure amministrative ed operative della capogruppo Hdc, acquisendone, in tal modo, il relativo know how ed acquistando tutte le merci residuali della Gds ad un prezzo ritenuto non congruo (poiché inferiore al loro valore di bilancio) e, comunque, mai versato dalla società acquirente.
Con medesimo atto ed in modo analogo anche la Cavamarket ha conferito, mediante dolose operazioni di cessione e locazione, la quasi totalità dei propri punti vendita, con marchio Despar (inizialmente trentatré), in favore della 2C, senza corrispondere alcun canone. In occasione di siffatte operazioni si è realizzato inoltre, il trasferimento dei contratti di locazione riguardanti gli immobili, di proprietà della Trade Real Estate Spa, società rientrante nel gruppo Cavamarket/Hdc (già adibiti a centri commerciali), di tutte le merci e le attrezzature ivi custodite, in assenza di effettivo corrispettivo.
Le complesse indagini hanno consentito di rilevare una serie di operazioni dolose, attuate mediante plurime cessioni di quote di partecipazioni di società, fusioni e scissioni, effettuate prima e durante le procedure fallimentari, in modo da determinare il progressivo svuotamento del patrimonio aziendale, favorendo altre società del Gruppo Cavamarket/Hdc o, comunque, a questo direttamente o indirettamente riconducibile (al quale si collega la stessa 2C), in modo da sfavorire deliberatamente il ceto creditorio.
Nella fattispecie, la bancarotta fraudolenta si è pertanto concretizzata nella distrazione dei beni sociali, mediante una apparente trasformazione degli assetti aziendali, attuata mediante artificiose operazioni di cessioni di rami di azienda e spin-off, in modo da sottrarli agli effetti del fallimento e delle relative procedure concorsuali (Hdc, Trade Real Estate, Building e Value); nella distrazione dellintero magazzino presente nei punti vendita Gds e Cavamarket, oggetto di cessione e/o locazione a favore delle 2C, per circa tre milioni di euro; nella distrazione di crediti, pari a circa un milione di euro, acquistati da una società del gruppo Cavamarket/Hdc (Building) da diversi soggetti economici che vantavano crediti nei confronti della Cavamarket, ad un prezzo inferiore al loro reale valore (10% e, tra laltro, per la quasi totalità mai corrisposto), per poi utilizzarli in compensazione al debito sofferto dalla stessa Building nei confronti del fallimento di questultima società.
Risultano indagati anche altri cinque soggetti (che si sono prestati ad acquistare fittiziamente quote societarie, senza corrispondere alcuna somma di danaro, continuando a lasciare in tal modo ai dominus la gestione delle società solo apparentemente cedute, al solo fine di distrarne i relativi beni, in epoca successiva alle sentenze dichiarative di fallimento della Cavamarket e Gds e nella piena consapevolezza dello stato di insolvenza in cui versavano altre società del gruppo.