NAPOLI. 15 arrestie 100 milioni di beni sequestrati, di cui 30 in contanti. E’ il bilancio dell’operazione “Megaride” compiuta dalla Direzione investigativa antimafia di Napoli, coadiuvata da carabinieri e guardia di finanza.
Gli arrestati sono persone vicine a Mario Potenza, 79 anni, ex contrabbandiere e usuraio nella zona di Napoli del Pallonetto legato al clan camorristico deiMazzarella, nella cui abitazione il 2 maggio scorso furono scoperti quasi 10 milioni di euro in contanti murati in intercapedini nelle pareti, denaro poi sequestrato il 24 giugno.
Eseguitisequestri di attività imprenditoriali, società e immobili, comrpesauna catena di ristoranti, pub e bar sul lungomare di Napoli con filiali nelle città di Caserta, Bologna, Genova, Torino e Potenza.L’operazione si è avvalsa delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Salvatore Lo Russo, ex capoclan dellomonima organizzazione criminale attiva nel quartiere Miano, che ha riferito, tra laltro, degli stretti legami di amicizia tra lui e il capo della squadra mobile.
Nella stessa operazione risulta indagato anche il capo della squadra mobile di Napoli, Vittorio Pisani, con laccusa di favoreggiamento nei confronti dei titolari di un ristorante. Lo ha confermato allAnsa il Procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore. Titolare del fascicolo è il pm della Dda Sergio Amato, con il coordinamento del procuratore aggiunto Alessandro Pennasilico.
A Pisani è stato applicato il divieto di dimora in città e sarà trasferito a Roma.Il questore Luigi Merolla ha nominato nuovoresponsabilePietro Morelli, finora vice di Pisani.Secondo quanto emerso dalle indagini della Procura di Napoli, Pisani avrebbe rivelato allimprenditore Marco Iorio notizie riservate sullinchiesta in corso, consentendogli così di sottrarre beni al sequestro e di depistare le indagini.
Tra le società di ristorazione sequestrate nellambito dell operazione della Dia di Napoli contro il clan Russo per riciclaggio ed usura cè anche la Regina Margherita, che ha tra i propri soci il calciatore Fabio Cannavaro e che gestisce alcuni locali, uno dei quali in via Partenope. Il calciatore, che non è indagato, avrebbe fatto da prestanome allimprenditore Marco Iorio, legato al gruppo di Mario Potenza, quest’ultimodedito allusura e legato a clan camorristici.
Fabio Cannavaro ha reso dichiarazioni al pubblico ministero nellambito dellinchiesta sul giro di usura e riciclaggio: “Ho conosciuto Marco Iorio sei o sette anni fa e dopo circa un paio di anni sono entrato in società con lui nel ristorante di Napoli ‘Regina Margherita’, acquistando il 10% delle quote della società”. Il calciatore ha aggiunto che “in società con Marco Iorio sono entrato quale socio della Cma, che è la mia società, la cui denominazione riproduce le iniziali dei nomi dei miei tre figli e che un tempo era denominata Cannavaro Immobiliare”. Cannavaro ha detto di non conoscere gli altri soci della società di Marco Iorio, “se non Martusciello, che però mi pare sia subentrato successivamente”. Il calciatore ha precisato di essersi proposto lui stesso a Iorio, dicendogli che era sua intenzione “diversificare gli investimenti”. Nel momento dellingresso in società, il calciatore ha affermato di avere conferito “150mila o 200mila euro: non ricordo in che modo ho versato questi soldi, credo una parte in contanti, ma non riesco a quantificare. Ho acquistato le quote da un altro socio, un ragazzo il cui nome non ricordo e, comunque, non conosco. Lo incontrai presso il ristorante, poi affidai tutto al commercialista Gianni De Vita, al quale consegnai anche i soldi e i titoli da versare al notaio”.
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