CASERTA. E stata depositata dai giudici della Corte di assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presidente Elisabetta Garzo, la sentenza a carico dei 7 imputati accusati di avere ucciso il1 giugno 2008 limprenditore dei rifiuti, titolare del consorzio Eco4, Michele Orsi.
La motivazione della sentenza, di 800 pagine, è stata scritta dal giudice a latere, Assunta DAmore. Tra gli imputati ci sono esponenti di spicco del clan dei Casalesi tra cui il killer Giuseppe Setola, Alessandro Cirillo e Giovanni Letizia.
Secondo i giudici,il delitto si collega a una precisa causale che rivela come il proposito omicidiario sia maturato dalla consapevolezza del clan che Michele Orsi si rifiutasse di mantenere i patti economici assunti con il clan dei Casalesi. Sono contenute anche le prime parziali ammissioni di Orsi rilasciate al pm dellantimafia prima che fosse ucciso in cui limprenditore dichiarava: Giuseppe Valente aveva dei rapporti con i politici onorevoli Cosentino e Landolfi e, dopo la costituzione della società mista Eco4, mi disse che i politici dovevano sostenere questa società così indicandomi la via che avrei dovuto seguire, come effettivamente feci. LEco4 si rivelò poi una società che faceva comodo a tutti. Rappresento che circa il 70% delle assunzioni che vennero poi operate per lEco4 erano inutili ed erano motivate per lo più da ragioni politico-elettorali, richieste da Valente, Cosentino e Landolfi.
La Eco4 Spa era una società mista che dal 2000 al 2005 erogava il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti in venti comuni del casertano. Stando ad alcune sentenze, lEco4 era al centro di un sistema di penetrazione criminale nel settore dei rifiuti, in cui proprio lo strumento della società mista consentiva ai clan camorristici di inserirsi direttamente nel governo locale configurando un monopolio di gestione nel territorio di riferimento.
LE CONDANNE. Per l’omicidio dell’imprenditore, la Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere ha inflitto lo scorso 28 marzo cinque ergastoli al boss Giuseppe Setola e ad Alessandro Cirillo, Giovanni Letizia, Massimo Alfiero e Mario Di Puorto. I giudici sammaritani hanno accolto le richieste dei pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli: Antonello Ardituro, Francesco Curcio, Giovanni Conzo, Marco Del Gaudio, Raffaello Falcone, Alessandro Milita, Cesare Sirignano, del pool coordinato dal procuratore aggiunto Federico Cafiero de Raho. Altri 23 anni di carcere per Domenico Luongo, e due anni, con pena sospesa, per favoreggiamento a Gaetano Simeone. I figli della vittima erano costituiti parte civile.