Martinelli: “Non servono polemiche, ma proposte”

di Redazione

Pasquale MartinelliCASAL DI PRINCIPE. La seduta consiliare di sabato è stata l’occasione per esprimere solidarietà a Renato Natale, attuale commissario del Pd locale, e ad Antonio Corvino, vittime di vili e gravi minacce. Annunciato il nuovo vicesindaco: Gianluca Natale (Udc).

E presentati ufficialmente all’assemblea gli assessori: Raffaele Caterino, Michelangelo Madonna, Ernesto Natale, Antonio Palmese, Pierpaola Petrillo.

Seduta importante ma non definitiva del Consiglio comunale casalese.Il punto 8 dell’Ordine del giorno: “Debiti fuori Bilancio – Provvedimento”, comunicato in un secondo momento, è risultato non regolarmente notificato a tutti i consiglieri comunali. Di qui la necessità di una nuova seduta da stabilire per la prossima settimana, probabilmente martedì. La fissazione della seduta è ora allo studio del Presidente Teodoro Scalzone che dovrà convocare nuovamente i capigruppo.

Intanto, la seduta di sabato ha avuto tutti i crismi del grande evento: molti i punti all’ordine del giorno, ma in discussione soprattutto il futuro dell’ente, in considerazione della grave situazione dei conti comunali e nella prospettiva di dichiarare l’ipotesi dissesto. A questa ipotesi, l’intera opposizione ha detto no, ma l’argomento resta sospeso, in attesa per l’appunto di valutare l’effettiva situazione dei debiti fuori bilancio. Per questo motivo, almeno per sabato, l’attenzione e il dibattito, molto animato e partecipato, è tutto ruotato intorno alle “Comunicazioni del Sindaco”, che riportiamo a seguire.

Questa consiliatura è iniziata poco più di un anno fa, quando questa amministrazione si è insediata, in conseguenza di un mandato chiaro e forte, ricevuto dai cittadini. E’ la mia seconda volta come sindaco: anche questa volta ho chiesto ed ottenuto dagli elettori il più grande consenso su una proposta fondamentale: cambiare e far crescere questo paese. Intanto io non sono cambiato: sono sempre un moderato e liberale, sono un professionista che ha scelto la politica per poter giovare al proprio paese, sono un primo cittadino che ha avanzato delle proposte e programmi chiari e su questo ha ricevuto il più grande consenso. Del mio passato non rinnego nulla…. Fin qui la storia nuda e cruda. Poi viene la cronaca più recente di questa legislatura, che è soprattutto segnata dal problema economico e dal riemergere di un problema antico di questo paese; il rischio quotidiano d’ingovernabilità, l’incapacità di superare i blocchi, l’egoismo degli schieramenti, la mancata consapevolezza che l’emergenza e il “fattore Casale” impongono volontà e responsabilità condivise, assunzioni di responsabilità. Nel senso più vasto il mio programma è aspirazione verso un paese più giusto e meno illegale, più vivibile e più pacificato, più ricco e senza privilegi, con un palazzo comunale sempre più trasparente. E’ lungo questo sentiero che ho cercato sempre di camminare, anche quando il cammino si è fatto stretto. Il cammino, in verità, era già stretto appena mi sono insediato: perché era già chiaro che le casse comunali erano piuttosto vuote… E poi c’è stato e c’è il problema della macchina comunale: veramente c’è qualcuno di voi che ignora l’incredibile fatica che ho fatto per porre rimedio ai problemi gravissimi che ho dovuto affrontare nell’organizzazione degli uffici? Faccio un esempio su tutti: l’ufficio tecnico comunale, che è – lo sapete tutti – il fulcro di ogni attività comunale.

A questo proposito, cari consiglieri e cari concittadini, non dimenticate che questo paese è sempre nell’occhio del ciclone: ho dovuto faticare per trovare dirigenti di pregio e inattaccabili sul piano della moralità, ho dovuto rassicurare le Autorità di controllo sulla idoneità dei prescelti, ho dovuto attendere che i nuovi dirigenti fossero completamente edotti ed informati delle situazione dei rispettivi settori; ho dovuto chiedere la collaborazione degli impiegati dei settori, la cui disponibilità, in verità, non sempre c’è stata e non sempre c’è. E intanto i mesi passano.

(IL DISSESTO E’ UN PROBLEMA REALE)

Ho dovuto attivare le più forti sinergie per avere l’esatto computo della situazione dei conti comunali e, a tale proposito, permettetemi di fare subito un’autocritica: probabilmente dovevo subito denunciare lo stato disastroso delle casse comunali e non l’ho fatto, consapevole come ero e come sono che la dichiarazione di dissesto doveva essere profondamente meditata e che non è mai facile da prendere.

Intanto ora il dato è chiaro: Il comune rischia il fallimento perché deve circa 15 milioni ad EniAcqua Campania e, contemporaneamente, vanta crediti nei confronti dei cittadini per almeno 13 milioni di euro.

Certo, a leggere questi numeri, i conti dell’ente comunale non appaiono proprio irrimediabili, ma l’EniAcqua Campania chiede tassativamente che i debiti siano pagati in soli tre anni, mentre i crediti noi potremmo esigerli in chissà quanti anni. E credetemi, il sottoscritto – con l’ausilio del Segretario comunale e di tanti esperti – ha esplorato tutte le vie possibili per trovare un rimedio; personalmente, ho avuto decine di incontri istituzionali ad ogni livello, al ministero a Roma, come in Regione a Napoli; non ho lasciato niente d’intentato ma il dissesto pare inevitabile.Tant’è!

Per colpa di chi? La risposta non può che essere complessa…

Intanto, è necessario ricordare che il debito si dipana dal lontano 1992 fino ai giorni nostri; e che, a Casal di Principe, mai, in questi anni, un’amministrazione è riuscita a condurre a termine il proprio mandato: con la conseguenza che l’inquilino politico di turno, nel breve mandato assolto, non ha mai nemmeno affrontato la questione del debito con EniAcqua Campania. Anzi, per la cronaca, l’unico tentativo di risolvere la questione è venuto proprio dal sottoscritto, nella mia prima sindacatura, iniziata nel marzo 2000.

Nel 2000 sono riuscito nella collocazione di 1000 (mille) contatori. E, ancora, come assessore della giunta Cristiano, ho realizzato la posa dei contatori e la definizione dei ruoli. Fino allo scioglimento di quell’amministrazione, voluto dal ministro Maroni. Anche in quel caso, quindi, la fine prematura della legislatura abortì sul nascere ogni possibile soluzione della vicenda.

Oggi, il nodo è tornato prepotentemente al pettine. E a nulla serve notare che il problema accomuna, purtroppo, tanta parte della Campania: la città e la provincia di Napoli e addirittura ben 144 comuni dell’intera regione.

Noi, però, non cerchiamo alibi…

Di qui il mio impegno su due fronti: evitare il dissesto e convincere voi amministratori che in gioco non era e non è il singolo partito o interesse politico ma il futuro di Casal di Principe….

(INUTILE FARE POLEMICHE)

Le condizioni in cui Casal di Principe ha affrontato questi anni non sono certo le migliori. Tuttora abbiamo in casa il problema economico a cui ho appena accennato; e tutti i fenomeni negativi che affliggono generalmente i comuni sono presenti da noi e alcuni con maggiore virulenza che altrove: città scarsamente vivibile, servizi non certo al top, una mancata modernizzazione delle strutture, una criminalità ancora radicata che, quand’anche colpita, sempre si rigenera velocemente. E non solo: il modello Caserta, purtroppo, cattura i capi criminali ma non provvede a “ristorare” il territorio, cioè a ridare e a procurare ai nostri concittadini quelle risorse che possano creare lavoro e strappare manovalanza alla camorra.

A tutto ciò va’ aggiunto un sistema politico-amministrativo che versa in una crisi di fondo, sempre più evidente, sempre più tangibile, sempre più autoreferenziale e dannosa rispetto ad una società moderna e dinamica che chiede efficienza e trasparenza e una democrazia governante. Di qui il problema che ho avuto in questi mesi a trovare la squadra, i cambiamenti che ho prodotto, le scelte che ho compiuto.

Cari amici dell’opposizione, fra gli argomenti polemici da voi usati c’è quello delle tante giunte da me nominate: la mia non è stata mai incapacità ma soltanto volontà di scegliere il meglio; e – dovreste essere d’accordo con me – è davvero difficile trovare cittadini e professionisti disposti ad amministrare, in un momento in cui la politica rifugge dalle responsabilità, i partiti non trovano ancora un ruolo preciso dopo che le ideologie sono stata sepolte, e la sfiducia dei cittadini aumenta visibilmente: così accade che i dirigenti di partito non scendono in campo ad amministrare direttamente e cercano figure del mondo professionale, e i professionisti restano avulsi dalla politica, tanto che preferiscono restare sempre impegnati a mezzadria, privilegiando i propri ruoli professionali, per cui gli assessori sono spesso a mezzo servizio.

E questi sono i fatti, nessun intento polemico, solo constatazioni! In questa situazione, solo il sindaco è veramente rappresentativo del mandato conferitogli ma non può certo fare tutto da solo.

Si tratta di una situazione politica molto critica, piena di tensione, di paralisi, di difficoltà, di personalismi: mentre nella nostra comunità aumenta la conflittualità sociale, corporativa e sindacale.

Lo stato del governo comunale non può soddisfare nessuno; e nel quadro più generale di fattori di divisioni e crisi che attraversano le forze politiche particolarmente grave, mi permetto di sottolineare la politica svolta dal gruppo comunale del Pdl che è sempre apparsa un mix di polemiche, desideri di vendetta ed ostruzionismi….

…Le polemiche non servono. Servono le proposte. La sfida reale è la governabilità e l’assunzione di responsabilità. Per questo io non mi arrendo. Sono convinto che il comune di Casal di Principe può e deve superare questa ennesima difficile prova. Si tratta, però, di affermare il primato della responsabilità: della politica e delle istituzioni, e dei cittadini….

(CAMBIARE LA MENTALITA’ per VINCERE LA SFIDA)

In virtù di tali premesse per me è facile rassegnare la ricetta: cambiare la mentalità per vincere la sfida.

Dobbiamo essere in grado di liberarci degli egoismi personali e politici, privilegiare le ragioni del comune e non dei singoli, persuaderci che Casal di Principe è al capolinea: o si governa ora o non si governerà mai più.

E chiederci brutalmente: se mandiamo a casa Pasquale Martinelli, i problemi saranno risolti? No! Saranno rinviati ancora una volta e s’incancreniranno; chiunque verrà dopo troverà le stesse problematiche, ancora più difficili da risolvere. Fino a quando vogliamo permetterci questo gioco al massacro che non sacrifica un sindaco e, poi, un altro sindaco, ma rovina, ha rovinato il nostro paese?

Ecco perché dobbiamo abbandonare gli egoismi e pensare, lavorare per la nostra comunità, dare un futuro ai nostri giovani.

Badate bene. Questo è un appello finale, per cui dico: mai più un libro dei sogni! Ma solo programmi e alcune precise priorità: differenziata, scuole, opere pubbliche, riorganizzazione degli uffici comunali. E una priorità delle priorità: dichiarare il dissesto.

1) La differenziata. Circa il problema dei rifiuti, questo è sicuramente un problema antico, la risoluzione del quale è soprattutto concentrata sulla differenziata. Su questo versante occorre superare la soglia richiesta….. in questo modo non solo diventeremo un comune virtuoso ma riceveremo in cambio la possibilità di diminuire le tasse per i cittadini.

Quegli stessi cittadini che, ahimé, attualmente sono davvero in pochi a pagarle, le tasse: solo il 26%!

2) Le scuole. In questo settore occorrerà migliorare mensa e trasporti, tenendo presente che, in caso di dissesto, i cittadini dovranno pagare solo una certa quota di risorse, perché – cari concittadini statene certi – i servizi sociali non smettono mai di essere erogati!

Voi tutti sapete quanto abbiamo già fatto per le scuole, abbiamo eliminato una grandissima spesa relativa ai fitti ed altri fitti elimineremo. Inoltre, questa amministrazione ha già chiarito, nelle sedi opportune, che saranno richiesti beni confiscati per trasformarli in altre sedi scolastiche.

3) OO.PP.

Attivare quelle opere già iniziate: Cimitero, mercato, PIP (dove stiamo già realizzando una variante), contratti di quartiere, percorso del pellegrino.

Per il resto, il nostro impegno sarà rivolto a tre fronti: Dobbiamo solo ricercare i fondi necessari ad altre opere; Mettere mano solo ad una serie di condoni (per quali abbiamo il merito di aver abbassato i tassi d’interesse); realizzare PUC e piano casa solo per sanare l’abusivismo di necessità.

4) riorganizzazione uffici comunali

in questo caso si tratta di una questione sempre primaria e all’ordine del giorno. L’ho detto prima: senza la macchina comunale, senza autisti capaci, nessun programma per il paese potrà mai essere attuato efficacemente.

E’ altresì evidente che fra i problemi sul tappeto restano la vivibilità e viabilità, il traffico e la tutela dell’immagine del paese, Su quest’ultimo punto, sto facendo tutti gli sforzi: è notevole il nostro impegno sul fronte della legalità, la collaborazione con le autorità, la nostra presenza su tutti i fronti della legalità, la costituzione di parte civile del nostro comune nei processi contro la camorra, il lavoro di comunicazione.

Epperò, cari consiglieri e cari amici, finché presenteremo una situazione di ingovernabilità, fino quando la nostra politica sarà rissosa e per niente dialogante, fino a quando mancheranno assunzioni di responsabilità e volontà condivise in nome degli interessi del paese, avranno la meglio le cronache di ogni giorno: e le storie di illegalità, la camorra, saranno gli unici argomenti che prevarranno su giornali e mass media e noi – noi tutti! – continueremo allora sì tutti uniti – ad essere soltanto il popolo di Gomorra…

… Su tutti questi temi, 10 (dieci) consiglieri hanno chiesto la verifica della maggioranza, su questi temi io stesso chiedo la verifica politica più necessaria ed opportuna.

E qui la partita è tutta da giocare. La cronaca recente ci dice che quattro consiglieri di Città Nuova sono usciti improvvisamente da questa maggioranza: sulla loro scelta e sulle modalità seguite mi sono già espresso…

Nello stesso tempo, due consiglieri dell’Udc hanno dimostrando grande senso di responsabilità verso il nostro paese e chiesto di far parte di questa maggioranza. A loro sono grato, devono essere grati tutti i cittadini casalesi.

In generale, però, i problemi sul tappeto sono di così grande importanza che io chiedo espressamente a tutti voi consiglieri, a questo Consiglio, di riflettere questa mattina: a tutti voi deve essere chiaro che questa volta è la politica che deve avere una chiara e forte assunzione di responsabilità, nell’interesse generale del nostro paese.

Se continueremo a combattere guerre di trincea e non penseremo mai che è in discussione il futuro e l’esistenza stessa di questo paese, beh, allora veramente Casal di Principe è destinata a restare nel fango in cui l’hanno gettata anni e anni di ingovernabilità, illegalità ed oblio, anche da parte dello Stato.

Se continueremo a credere che la politica inizia e finisce nei nostri orticelli, in questo caso, credetemi, la sconfitta di questa amministrazione sarà anche la sconfitta dell’intero nostro paese. E la sola ipotesi mi addolora.

Crediamoci tutti, lavoriamo uniti a costruire il nuovo paese che tutti desideriamo da sempre”.

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