Libia, Unione Africana: “Gheddafi non parteciperà a negoziati”

di Redazione

Muammar Gheddafi TRIPOLI. Muammar Gheddafi ha accettato di non partecipare a eventuali negoziati sulla Libia. Lo hanno riferito domenica capi di stato africani che stanno portando avanti la mediazione dell’Unione Africana per avviare trattative e porre fine al conflitto che va avanti da quattro mesi.

“L’intenzione della risoluzione dell’Onu non era quella di autorizzare una campagna per il cambiamento di regime o l’assassinio politico di Gheddafi” ha poi detto il presidente sudafricano Jacob Zuma, nel discorso di apertura del meeting del comitato dei mediatori dell’Unione africana sulla Libia, tenutosi a Pretoria. “Vite dei civili sono state perse a causa di queste bombe e le infrasttrutture hanno subìto danni indicivili”, ha aggiunto Zuma riferendosi ai raid della Nato. “I bombardamenti della Nato sono andati oltre la risoluzione dell’Onu, che autorizzava l’uso della forza per proteggere i civili libici dagli attacchi delle truppe di Gheddafi”, ha detto Zuma. “I cittadini libici ci chiedono di porre fine a questa carneficina e vogliono vedere una fine immediata del conflitto e l’inizio di un processo per l’amministrazione democratica”, ha concluso.

Di diverso avviso, la Corte dell’Aja: “Bisogna arrestate il leader libico Muammar Gheddafi per mettere fine ai crimini di guerra e contro l’umanità commessi in Libia dall’inizio del conflitto”. È quanto sostiene il Procuratore della Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aia, Luis Moreno Ocampo, che il 16 maggio scorso ha chiesto alla Corte di spiccare mandati di arresto a carico di Gheddafi, del figlio primogenito, Saif Al Islam, e del capo dei servizi di Intelligence, Abdallah Al Senussi. “I crimini vengono commessi ancora oggi in Libia. Per farli cessare e per proteggere i civili, Gheddafi deve essere arrestato”, ha detto il procuratore in un comunicato. I giudici della Cpi si pronunceranno lunedì sulla richiesta di Moreno-Ocampo.
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