DAMASCO. L’esercito siriano, appoggiato da carri armati e da mezzi di trasporto, è entrato sabato nel villaggio di al-Najia, nei pressi della città di Jisr al-Choughour, al confine con la Turchia.
Lo riferisce il capo dell’Osservatorio siriano dei diritti dell’uomo, Rami Abdel Rahmane. “L’esercito è entrato nel villaggio di al-Najia, sulla strada tra Latakia e Jisr al-Choughour”, ha indicato Rahmane. L’operazione “rientra nel quadro del dispiegamento dei militari siriani nel governatorato di Idleb”.
Intanto centinaia di cittadini siriani, alcuni dei quali sono stati ricoverati nell’ospedale di Akkar con ferite d’arma da fuoco, hanno oltrepassato oggi il confine con il Libano in cerca di un rifugio in seguito al perdurare delle violenze nel loro Paese. Lo riferisce una fonte della sicurezza libanese citata dal sito web di Al Jazeera, precisando che gli arrivi al confine sono iniziati dopo che ieri le forze della sicurezza del presidente Bashar al-Assad ieri avevano aperto il fuoco contro i manifestanti, uccidendo 20 persone tra cui due bambini di 12 e 13 anni. La maggior parte delle vittime si è registrata nei dintori di Damasco, a Barzeh, e nel sobborgo di Al Kaswa, come riferiscono i comitati locali di coordinamento delle proteste anti-governative. Secondo le organizzazioni per i diritti umani siriane, sono circa 1.400 le persone uccise da quando è iniziata la rivolta contro il regime di Assad il 18 marzo a Daraa.
Il Libano tra maggio e giugno è stato meta dei viaggi della speranza di migliaia di profughi siriani. La recente repressione militare nel nord ovest della Siria ha invece fatto sì che oltre 11.700 rifugiati si trasferissero nei campi allestiti in Turchia.