DAMASCO. Dissidenti siriani hanno formato un “Consiglio nazionale” che si opporrà, anche in veste istituzionale, al regime di Damasco.
Lo ha annunciato domenica 19 giugno ai giornalisti un loro portavoce, Jamil Saib. “Annunciamo la creazione di un Consiglio Nazionale per guidare la rivoluzione siriana, composta da tutte le comunità e dai rappresentanti delle forze politiche nazionali all’interno e all’esterno della Siria”, ha detto il portavoce Jamil Saib in una conferenza stampa al confine turco-siriano. Quest’ultimo ha precisato che dell’organismo fanno parte anche oppositori conosciuti, come Abdallah Trad el-Mulahim, Mamun el-Homsi, Sheikh Khaled al-Khalaf, Haitham el-Maleh, Suhair al-Atassi e Aref Dalila.
L’annuncio arriva nello stesso giorno della denuncia, sempre da parte degli attivisti, del blocco dell’accesso ai villaggi di frontiera da parte di Damasco per impedire ai loro abitanti di fuggire verso la Turchia. Secondo i ribelli, le truppe siriane, appoggiate dai carri armati, hanno stretto la loro presa attorno ai villaggi al confine turco, creato blocchi stradali e arrestato decine di persone.
Un attivista per i diritti umani, Ammaraba Qurabi, ha anche accusato le forze filo-governative di aggredire le persone che cercavano di aiutare i profughi a fuggire: “L’esercito siriano è dilagato lungo tutta l’area di confine per impedire agli abitanti impauriti di fuggire verso il confine con la Turchia”. Fonti locali hanno anche raccontato che intorno ai villaggi di Bdama e Rayhan, truppe e uomini armati fedeli al regime hanno preso d’assalto coloro che tentavano di aiutarli, incendiando case e arrestando decine di persone.