Operazioni delle forze dell’ordinetra Sicilia, Campania e Lazio contro le organizzazioni criminali che hanno portato a decine di arresti, sequestri e confische di beni.
14 ARRESTI CONTRO COSCA SANTAPAOLA. La Guardia di Finanza di Catania ha tratto in arresto 14 persone considerate affiliate alla cosca mafiosa dei Santapaola. Tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare anche la moglie del presunto capo del gruppo, la quale avrebbe avuto il ruolo di “cassiera”. Sequestrati anche numerosi beni, tra cui imprese, fabbricati, autovetture e conti correnti riconducibili ai componenti del gruppo e ritenuti proventi di attività illecite, per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro. La cosca, secondo gli investigatori, era particolarmente attivo nella zona della stazione ferroviaria centrale, e dedita prevalentemente alle estorsioni.
11 ARRESTI CONTRO FIANCHEGGIATORI DI ZAGARIA. Nel mirino delle forze dell’ordine anche la camorra. 25 arresti sono stati compiuti in Campania nella stessa mattinata. 11 nel casertano, tra Casal di Principe, San Cipriano e Casapesenna, dapartecarabinieri del reparto territoriale di Aversa, nei confronti di fiancheggiatori del superlatitante Michele Zagaria. Lobiettivo delloperazione è contrastare la fiorente rete di protezione e appoggi logistici alla primula rossa del clan dei Casalesi. Tra gli arrestati anche due donne accusate di aver favorito la latitanza di Emilio Di Caterino, arrestato a Terni il 16 ottobre del 2008. Di queste una soldatessa 25enne, Laura Titta,con l’accusa di favoreggiamento nei confronti del boss Giuseppe Setola e del suo gruppo, a cui Di Caterino apparteneva. La soldatessa è stata arrestata nella caserma di Ascoli Piceno, sede del 235 Reggimento Piceno, dove prestava servizio da dieci giorni. Considerata un’insospettabile, la ragazza avrebbe avuto un ruolo importante nella logistica del clan prestandosi, secondo l’accusa, a fare da autista nello spostamento dei latitanti e a consegnare loro i pasti
24 ARRESTI A NAPOLI. Altre 24 persone ritenute affiliate al clan camorristico D’Amico, operantenel quartiere napoletano diSan Giovanni a Teduccio, sono state arrestate daicarabinieri del nucleo investigativo di Napoli per associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsioni, associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di stupefacenti e violazione alla legge sulle armi. Nel corsodelle indagini,coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, i militari dell’Arma hanno identificato capi ed elementi di spicco del clan documentando intese e alleanze con i clan Mazzarella e Formicola durante una lunga fase di lotta armata contro il clan Reale-Rinaldi per conquistare il predominio sugli affari illeciti: estorsioni a tappeto venivano compiute ai danni di commercianti, artigiani e imprenditori con l’imposizione di gadget natalizi (calendari, agendine e altro) pagati a prezzo esorbitante. E’ emersa anche l’attività di traffico e spaccio di cocaina e marijuana con canale di rifornimento dal clan Lo Russo, presente nel quartiere Miano.
‘NDRANGHETA A ROMA: 2 ARRESTI.A Romai carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, su richiesta della procura distrettuale antimafia di Roma, nei confronti di 2 indagati per intestazione fittizia di beni con l’aggravante delle finalità mafiose. Contestualmente sono state eseguite 17 perquisizioni nei confronti di altrettanti indagati a piede libero per i medesimi reati. I provvedimenti colpiscono una promanazione laziale della cosca ‘ndranghetista degli “Alvaro”,originaria dei Comuni di Sinopoli e Cosoleto (Reggio Calabria), dedita al reinvestimento e reimpiego dei capitali illeciti attraverso l’acquisizione di attività commerciali sulla Capitale. Dalle indagini condotte dal Ros è emerso “l’elevato livello di penetrazione raggiunto dalla cosca nel tessuto economico capitolino ed è stata ricostruita l’intera rete dei prestanome utilizzati per aggirare le possibili iniziative giudiziarie sul fronte patrimoniale”. Eseguito anche un provvedimento di sequestro preventivo di due attività commerciali sulla Capitale per un valore di circa due milioni di euro, che si aggiunge a quello già eseguito nel corso dell’indagine superiore ai 200 milioni di euro.
CONFISCATI BENI A GEOMETRA DEI CASALESI. Inoltre, la Direzione Investigativa Antimafia di Napoli ha eseguito un decreto di confisca dei beni nei confronti di Rocco Veneziano, 57 anni, di Castel Volturno (Caserta), di recente condannato alla pena di 2 anni e 8 mesi di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso in quanto riconosciuto colpevole di appartenere alla fazione Bidognetti del clan dei Casalesi. Veneziano, di professione geometra ed imprenditore edile, è considerato punto di riferimento per la gestione degli interessi economici del clan camorristico. Sfruttando la sua figura di insospettabile professionista, si prestava a garantire assistenza, a predisporre la documentazione per indire gare di appalto ed a fornire i nominativi delle imprese pulite, alle quali assegnare i lavori per favorire gli interessi del clan. La confisca ha riguardato un fabbricato ed un appezzamento di terreno a Casal di Principe nonché quote del capitale sociale di una società immobiliare con sede a Terni, per un valore complessivo di circa 1 milione di euro.