ROMA.“Alla fine ho avuto il coraggio di venire qua, dipende da voi, lo capirò dopo se ho fatto fatto bene o male” ha detto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti dal palco della festa nazionale della Cisl di Levico Terme.
“Non sono tormentato e dirò tutto quello che penso – ha proseguito – Ci sono cose in cui dimostri più coraggio se le dici rispetto a se le taci. Ieri ho avuto l’imprudenza di usare il termine prudenza: era riferito al mondo, si vede che oggi non bisogna più usarlo”. Le parole di Tremonti appaiono come una replica al ministro Maroni che ieri aveva affermato: “Tremonti ha detto che serve la prudenza, è giusto, ma in questi momenti credo che serva più il coraggio che la prudenza”. Ieri, infatti, parlando di una possibile riforma fiscale Tremonti aveva fatto appello proprio alla prudenza, sostenendo che non è possibile fare una riforma che crei deficit.
“Sulla riforma fiscale ho alcune idee da almeno un anno. – ha detto Tremonti – Non è un problema di posizione personale, la voglio fare e ho assolutamente le idee chiare su cosa è giusto per il fisco, su quale aliquota applicare. Il problema è dove trovare i meccanismi finanziari. Potrei dire: datemi 80 miliardi, ma è una cifra forse eccessiva. Non si può andare al bar, dire ‘da bere per tutti’, e poi, alla domanda ‘chi paga?’ rispondere ‘pagate voi’. Sono tentato di dire: vi faccio la riforma e voi mi trovate 80 miliardi”.
“Prima del 18 giugno rendiamo pubblici i lavori dei tavoli di studio sulla riforma fiscale. – ha poi detto Tremonti – Non c’è mai stata una ricerca di questo tipo in Italia su un mondo che in 30 anni è diventato un caos. Sullo studio si troveranno non le ipotesi sulla riforma che spettano alla politica, ma un lavoro straordinario di oltre 100 persone per circa 500 pagine di dati e tabelle, il lavoro più importante dal dopoguerra ad oggi fatto sul fisco”.
“Tendere verso il pareggio di bilancio è saggio, avendo il terzo o quarto debito del mondo, non è un obiettivo di ragioneria. – ha dettoTremonti – Tenere i conti in ordine, in italiano, vuol dire tenere il bilancio dello Stato e noi abbiamo tenuto il bilancio in una crisi drammatica, abbiamo tenuto il risparmio delle famiglie e la coesione sociale, un qualche coraggio credo che il governo lo abbia dimostrato. Abbiamo il terzo-quarto debito pubblico al mondo, dobbiamo seguire un percorso di rientro sul deficit non per vincolo europeo, perché l’Europa non è solo una convention di burocrati, ma se hai una moneta comune hai anche una reponsabilità comune”.
“Nell’ambito di un sistema fiscale ingiusto e con equilibri insabili si può certamente intervenire sui costi della politica, un modo facile ma anche difficile di guardare le cose. – sostiene il ministro – L’obiettivo è far sì che in tutti gli incarichi pubblici in Italia non si prenda più della media europea. Non è difficile e, soprattutto, non è più accettabile avere un costo differenziale con l’Europa per le cariche pubbliche. Se la moneta è comune la politica deve essere comune. Con questa operazione non si fanno i grandi numeri, ma la legittimazione della riforma fiscale deve venire anche da un forte taglio della politica, così si è legittimati nel chiedere i sacrifici alla gente. Ci vuole comunque cautela, perché è difficile chiedere ai capponi di votare per l’anticipo del Natale”.
Il ministro ha aggiunto che “la speculazione è causa di instabilità, o si dà una vera regolata alla finanza, cosa che non c’è stata, o si inventa un nuovo driver di crescita. Ci manca un driver così, manca al mondo occidentale, e se manca al mondo occidentale manca al mondo”.
Ieri, dal palco della Festa della Cisl, è arrivato l’affondo del ministro dell’Interno RobertoMaroni. “Tremonti – sottolinea il titolare del Viminale – ha detto che serve la prudenza: è giusto, ma in questi momenti credo che serva più il coraggio che la prudenza, o tutti e due. La prudenza sì, ma anche il coraggio di guardare e di mettere in campo una riforma significativa, il coraggio di sfidare la congiuntura, il coraggio di un gesto importante, atteso. Dobbiamo impegnarci a prendere questo impegno per portarlo a compimento entro i due anni della legislatura. Sono due modi di vedere la stessa cosa da due punti di vista leggermente diversi”.
Da parte sua, Tremonti comunque sottolinea cheil governo non ha “la minima intenzione di tassare la prima casa e il risparmio delle famiglie”, assicura il ministro. Ma allora, si chiede, “da dove tirare fuori i soldi per fare una riforma in pareggio e senza scassare i conti pubblici cosa che ti porterebbe ad aumentare i tassi di interesse e di conseguenza ad alzare le tasse?”. “Noi abbiamo un enorme base di evasione fiscale, – aggiunge Tremonti – non la possiamo ridurre di colpo ma oggettivamente è un grande serbatoio”.
Da Confindustria, la presidente Emma Marcegaglia invita a “fare presto”. “Sulla riforma fiscale dobbiamo passare dalla fase di studio a una concreta e operativa. Serve – spiega Marcegaglia – una riforma fiscale che abbassi le tasse a chi tiene in piedi questo Pese, cioè lavoratori dipendenti e imprese”. Sulla stessa linea il direttore generale della Banca d’Italia, Fabrizio Saccomanni: bisogna alleggerire l’onere fiscale che grava “sui lavoratori e sulle imprese oneste”, perché ciò “darebbe un ulteriore contributo di stimolo alla crescita”. Tutto questo a condizione “che si prosegua di pari passo nel recupero dell’evasione fiscale”.