BERGAMO. L’ipotesi che ad uccidere Yara Gambirasio sia stato un branco di giovani residenti a Brembate Sopra o nei dintorni “è una delle tante che sono state prese in esame in questi mesi, ma non è affatto la più probabile”.
Gli investigatori, che continuano a lavorare nel più stretto riserbo per risolvere il caso, assicurano che al momento “non c’è ancora stata, purtroppo, alcuna svolta nelle indagini”. Se così fosse, ci sarebbero degli indagati o perlomeno delle persone sospettate, cosa che al momento non risulta dagli atti della Procura.
Aver individuato, tra le migliaia di comparazioni, un cromosoma compatibile tra quello trovato sugli indumenti della ragazzina e i tanti raccolti dagli inquirenti, potrebbe rappresentare un passo in avanti nelle indagini, ma è ancora presto per capire quanto questo elemento possa davvero essere utile a chi indaga. Si è parlato di eventuali legami di parentela tra le tracce comparate e il profilo biologico degli assassini, ma anche su questo gli investigatori non si sbilanciano. E sul fatto che anche in queste settimane stiano sfilando in caserma famiglie con ragazzi giovani, uno degli investigatori conferma: “Si tratta di convocazioni che proseguono dall’inizio delle indagini e che continueranno anche nei prossimi giorni”.
I quattro dna trovati – tra cui uno femminile – potrebbero inoltre non appartenere tutti agli assassini di Yara. E’ dunque presto, secondo gli inquirenti, per parlare di branco. L’ipotesi non è accantonata, ma appare difficilmente compatibile con le testimonianze raccolte dagli inquirenti in questi mesi e, soprattutto, con l’organizzazione dimostrata da chi ha sequestrato la ragazzina senza farsi vedere e senza lasciare tracce.