“Fra Tradizione e Innovazione”, mostra alla Pinacoteca

di Redazione

Aldo PezzellaSANT’ARPINO. Sarà inaugurata sabato, alle ore 18, presso la Pinacoteca d’Arte Contemporanea di Sant’Arpino “Massimo Stanzione”, la mostra “Fra Tradizione e Innovazione – Artisti Italiani da non dimenticare”.

Il taglio del nastro della collettiva, realizzata in sinergia fra l’istituto artistico atellano e l’associazione Napoli Nostra, avverrà alla presenza del direttore artistico della pinacoteca, il professor Rosario Pinto, del direttore artistico di Napoli Nostra, l’ingegner Gennaro Corduas, dell’assessore alla cultura del Comune di Sant’Arpino, Giuseppe Lettera, e del presidente della Pro Loco cittadina, Aldo Pezzella.

“Il punto di orientamento di questa iniziativa espositiva – spiega il professor Pinto – va individuato nella attività di ricerca che ci ha visto impegnati nella produzione di una lunga indagine storico-critica culminata nella produzione dei due volumi dell’opera Fra Tradizione e Innovazione – Artisti da non dimenticare che abbiamo pubblicato tra 2009 e 2011 grazie alla spiccata sensibilità culturale dell’Associazione ‘Napoli Nostra’.All’interno di tale opera viene tracciato un riesame della situazione complessiva dell’arte italiana del Novecento ispirato da un criterio informatore molto preciso e, per certi aspetti, inedito, che consiste nel suggerire una rilettura critica di molti artisti immeritatamente lasciati nell’ombra, pur essendo la loro opera particolarmente degna della migliore attenzione. Comprendiamo molto bene quante ragioni logiche e storiche determinano molto spesso l’appannamento della memoria e non va fatto addebito agli storici d’essere stati distratti o superficiali, poiché, molto spesso, l’esiguità degli spazi, la limitatezza delle opportunità e mill’altre sacrosante ragioni impongono di lasciar cadere un velo d’oblio anche su personalità che sicuramente meriterebbero altri destini di considerazione storiografica.Ed abbiamo pensato, perciò, d’intesa con ‘Napoli Nostra’, che, accanto ai nomi di trapassati maestri, potessero ben iscriversi anche quelli di figure a noi più vicine nell’ordine del tempo. Ci siamo soffermati, pertanto, a tentare di fornire uno spaccato eslege della prospettiva creativa italiana dell’intero secolo del Novecento, individuando un filo conduttore che facesse non solo da canovaccio, ma da ragione fondante dello stare insieme di tante personalità che costruiscono il profilo dell’ ‘altra’ faccia della storia dell’arte italiana del Novecento. Una faccia operosa ed onesta, vorremmo dire: l’insieme di un tessuto connettivo animato e ispirato da uno straordinario amore per l’arte e da un instancabile impegno di ricerca”.

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