AVERSA. Dovevo dimettermi un anno fa, queste le parole laconiche dellassessore Gino Della Valle, dopo la decisione del sindaco Domenico Ciaramella di revocargli le deleghe alla viabilità, polizia municipale e protezione civile.
Un piccolo terremoto in seno alla maggioranza, già segnata da non pochi malcontenti. Si attendeva una conferenza stampa di Della Valle, poi rimandata, perché potrei dire qualcosa, spinto dallimpeto del momento, che non penso, come ha dichiarato telefonicamente. Ma lesponente ex An difende a spada tratta il suo operato: Forse ho fatto degli errori, perché errare è umano, ma ho sempre agito nel bene della città.
A monte della decisone di Ciaramella ci sarebbe stata però una ragione più profonda. In primo luogo, divergenze sulloperato dellassessore punito, lo dimostrerebbero di fatto gli atti posti in essere dal primo cittadino nellimmediatezza: i cambiamenti di marcia di alcune importanti arterie cittadine, in seconda istanza (secondo voci di corridoio) quella di bloccare sul nascere eventuali velleità legate alla successione politico-amministrativa del prossimo anno.
Insomma, il primo cittadino, non potendosi più candidare, vorrebbe togliersi qualche sassolino dalle scarpe, mandando nel contempo un messaggio chiaro ed inequivocabile a chi già pensa al dopo Ciaramella. La tensione in maggioranza, però, sembra avere radici più profonde, non a caso le riunioni di caminetto si susseguono a ritmo serrato. Il bilancio che non si approva nei termini, la differenziata ancora troppo lacunosa, le difficoltà di comunicazione tra alcuni assessori ed i dirigenti di riferimento creano un stato dei luoghi difficile e poco trasparente.
In più ce da considerare che la campagna elettorale è cominciata in tutta la sua completezza e complessità. Cosi come la campagna acquisti: secondo i primi sondaggi da marciapiede, i candidati alla poltrona di sindaco saranno almeno 15, naturalmente sorretti da altrettante liste di partito e liste civiche complementari.